Letture estive veloci e interessanti: la mitica collana Millelire di Stampa Alternativa è disponibile online in e-book gratuiti
“La diligenza mi scaraventa a Susa; devono esserci delle antichità da visitare; sono preziose, quando si è in viaggio per Roma, ma non le si degnerebbe di uno sguardo al ritorno. Ecco uno dei grandi principi del viaggio italiano: bisogna visitare all’andata molte cose che provocherebbero solo una alzata di spalle, al ritorno”. Così scriveva Marie-Henri Beyle, più noto come Stendhal, nella “Guida ad uso di chi viaggia in Italia”, uno dei volumetti che la casa editrice Stampa Alternativa pubblicò a partire dal 1989 al prezzo di mille lire (50 centesimi attuali). La collana si chiamava proprio Millelire, e la Piccola Enciclopedia Garzanti la descrive come “la collana che ha rivoluzionato il mercato editoriale”. Stampa Alternativa, guidata da Marcello Baraghini, ha smesso di pubblicare la collana Millelire nel 2000 (nel frattempo il prezzo era stato adeguato ai tempi, e costava 1 euro): ma oggi tutti i libri pubblicati nel 1989 sono scaricabili gratuitamente online. Una risorsa per scoprire opere minori, aforismi, poesie sconosciute.
I Millelire erano libretti che mischiavano generi e autori diversi: nelle librerie, magari prima delle casse, si trovava Epicuro vicino a Woody Allen, Bukowski a fianco a Vauro. Negli anni ’90 tutti ne avevano uno in casa: perché costavano poco, perché erano brevi, perché costituivano una lettura non impegnativa, ma che allo stesso tempo incuriosiva.
Riscoprire i Millelire oggi potrebbe essere un simpatico passatempo estivo, da leggere sul tablet o sotto l’ombrellone. Scorrendo tra i capitoli si trova di tutto. C’è per esempio un Giovanni Papini che il 1 giugno 1914 in “Chiudiamo le scuole”, già scriveva: “La scuola non insegna precisamente quello di cui si ha più bisogno: appena passati gli esami e ottenuti i diplomi bisogna rivoltare tutto quel che s’è ingozzato in quei forzati banchetti e ricominciare da capo”. Oppure ci sono i classici greci, come “Elogio del buon vivere” di Epicuro e gli epigrammi di Marziale, e poi le “Veline di Mussolini”, cioè le indicazioni che venivano passate agli organi di stampa per manipolare l’informazione, come per esempio: “Gli anglo-americani vanno definiti nemici e non alleati” e “non occuparsi di problemi riguardanti le pensioni”. Mussolini, da ex-giornalista, sapeva benissimo che in tempo di guerra nemmeno il linguaggio poteva essere neutrale.