Il progetto in un rapporto del Nordic Council: l’innovazione tecnologica e l’allungamento della vita lavorativa richiedono un “serio aggiornamento delle proprie competenze” passati i 60 anni
E se per i nonni e le nonne tornare sui banchi di scuola fosse obbligatorio? Ci stanno pensando alcuni Paesi nordici e scandinavi, quelli raccolti nel Nordic Council, fra cui Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, isole Fær Øer , Groenlandia e le finlandesi (ma di lingua svedese) isole Aland. La proposta è contenuta del rapporto firmato da Poul Nielson, al settimo punto del suo documento dedicato al futuro del lavoro. Il suo progetto vede nel prossimo futuro gli anziani essere obbligatoriamente coinvolti in un programma educativo e continuativo. Tutto per continuare a rimanere competitivi e sul mercato con l’allungarsi della vita media. L’idea, insomma, è rendere quella fase solo l’ultimo anello di una catena che inizia da piccoli: «La combinazione dei rapidi sviluppi tecnologici con il graduale incremento dell’età pensionabile aumenta il fabbisogno di nuove forme di educazione» ha spiegato il politico danese, membro del Nordic Council of Ministers, all’Eu Observer.
Aggiornare le competenze anche dopo 65 anni
Il punto non è tanto per chi ha ricevuto una buona preparazione quanto per quelle fasce di lavoratori fra i 60 e i 65 anni che a breve si troveranno di fronte altri cinque o dieci anni di lavoro. «Devono avere la possibilità di aggiornare seriamente le loro competenze – ha scritto Nielson – come rendere obbligatoria l’istruzione a un nuovo livello».
Il progetto è già realtà in certe zone di quella macroarea così avanzata sotto il profilo sociale. In Danimarca, per esempio, le università popolari forniscono approfondimenti su diversi temi. Un po’ come in Italia, dove il sistema è tuttavia diffuso a macchia di leopardo. Ma il problema esiste: nel 2060 la popolazione ultraottantenne triplicherà dai 23,7 milioni del 2010 ai 62,4 milioni. Nonni e nonne dovranno tornare a studiare.