Democrazia diretta, trasparenza, diritti civili, diritto alla determinazione della persona, pubblico accesso alle informazioni. Ecco i punti caldi del programma del Partito guidato da Birgitta Jónsdóttir (poetessa e femminista, ex collaboratrice di Wikileaks). Che in Islanda ha triplicato i consensi
Non sono di sinistra, non sono di destra, dalla loro comparsa sulla scena politica islandese a oggi, sono passati dal 5% di consensi al 14,5% (10 membri in parlamento). Si chiamano Pìratar Partì, sono i Pirati d’Islanda e sarebbero il terzo partito dell’isola del ghiaccio. Dopo il Partito dell’Indipendenza e i Verdi. Il capo vascello è Birgitta Jónsdóttir, 49 anni, poetessa e femminista, ex collaboratrice di Wikileaks. «Siamo stupiti del fatto che potremmo triplicare i nostri consensi dall’ultima consultazione, e siamo in lizza solo da tre anni» ha detto proprio Birgitta Jónsdóttir,
Lo scandalo dei Panama Papers e le elezioni anticipate
In Islanda le legislature durano 4 anni. Ma, David Gunnlaugsson, investito in pieno dal caso Panama Papers, è stato costretto a dimettersi in anticipo. In Islanda è stato un fine settimana alle urne. Dopo lo scandalo Panama Papers, un voto anticipato.
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Píratar Partì in oltre 60 paesi
Quello dei pirati, in islandese Píratar Partí, è un partito anti-conservatore, anti sistema. In Islanda è stato fondato nel 2012. Helgi Hrafn Gunnarsson, Birgitta Jónsdóttir e Jón Þór Ólafsson, tre pirati, sono membri del parlamento islandese. Nel 2015 Jón Þór Ólafsson è stato sostituito da Ásta Guðrún Helgadóttir. Il partito islandese si ispira al Partito Pirata svedese, fondato da Richard Falkvinge nel gennaio del 2006. Oggi ci sono Partiti Pirata in più di 60 paesi. Ognuno di questi partiti ha le sue priorità, tra i denominatori comuni: protezione dei diritti civili e del diritto alla privacy. Sono spesso paragonati al Movimento 5 Stelle degli esordi perché la loro politica prevede la partecipazione individuale diretta e tutte le loro azioni politiche sono pubblicate online.
Riunioni in casa e confronto sui social
Le riunioni del Píratar Partí si svolgono nelle case, i confronti avvengono attraverso i social media e gruppi online (specialmente attraverso Facebook). Hanno anche una pagina pubblica delle discussioni. I meeting si decidono via email e attraverso i social con un calendario. Il partito è supportato da donazioni di supporto online.
Democrazia diretta e trasparenza
I punti caratterizzanti della politica Pirata sono la democrazia diretta, la trasparenza, i diritti civili, il diritto alla determinazione della persona, il pubblico accesso alle informazioni e decisioni responsabili. Hanno anche un codice Pirata. Per i pirati parteggiano artisti e scrittori: tra cui lo scrittore Einar Karason e la scrittrice femminista Gerdur Kristny.
La ripresa dopo la crisi e la bancarotta. E le startup
La situazione economica islandese è migliorata dopo la crisi del 2008 e la bancarotta. il Paese si è ripreso anche grazie al turismo (2,4 milioni di visitatori l’anno) e alla svalutazione della Corona.
Economicamente parlando, il Paese si è ripreso grazie al turismo (2,4 milioni di visitatori l’anno) e alla svalutazione della Corona. Il Paese è fertile terreno per startup. L’ecosistema delle startup è molto vivace. In particolare, segnaliamo Startup Iceland e Startup Reykjavik.
Tuttavia la competizione elettorale non è molto incentrata sulla situazione economica perché, l’economia islandese viaggia a gonfie vele e la disoccupazione è sotto il 3% . Chiunque vincerà oggi avrà, dunque, vita facile. Dopo queste elezioni, se si instaurerà un governo di sinistra, si potranno immettere risorse nella sanità, che ultimamente è in sofferenza.
Tuttavia, a livello economico non cambierà molto: l’economia islandese, dopo la crisi del 2008, crollo del 60% del Pil e banche fallite, è su un treno in corsa e questo treno è difficile da fermare. Il partito che punta maggiormente sull’innovazione è quello pirata, ma in Islanda tutti i partiti hanno una visione ampia ed aperta sull’innovazione. La crisi è finita, dicono le fonti. Qualche persona è rimasta indietro, ma sono veramente pochi quelli che se la passano male: in generale tutti rispondono che si sta meglio oggi rispetto a prima della crisi.
In Parlamento già da 4 anni
Prima esistevano 4 grandi partiti storici. A centro destra progressisti e conservatori. A sinistra, socialisti ed ecologisti. I pirati e Bjort Framtid (un altro partito) sono in parlamento da 4 anni. A questi partiti si aggiunge un nuovo partito di destra liberale pro-europa che potrebbe essere l’ago della bilancia. Il partito di destra liberale potrebbe fare una coalizione con i pirati oppure potrebbe generare una coalizione con i progressisti e i conservatori (che, così, avrebbero di nuovo la maggioranza in parlamento).
Sara Mauri
@SM_SaraMauri