Come reagiscono i bambini alle lezioni di coding? Siamo stati al Kids Coding Labs di Salerno e abbiamo registrato le loro reazioni.
Un’ora al giorno: è questo il tempo che i bambini (tra i 2 e i 4 anni) dovrebbero passare davanti allo schermo di uno smartphone o di un tablet secondo l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Eppure basta guardarsi intorno, nelle proprie famiglie o al ristorante, per capire come questo limite sia quasi sempre disatteso: l’esposizione dei più piccoli alla tecnologia supera ampiamente l’ora consigliata.
La questione va però valutata in modo diverso, secondo molti esperti del settore. Il nodo da sciogliere, infatti, non è più tanto il tempo che i bambini passano davanti a uno schermo, quanto l’uso che fanno di queste tecnologie. Per racchiudere il concetto in una frase, possiamo dire che dobbiamo “aiutarli a passare da spettatori a protagonisti della tecnologia”.
Questa è la mission del Kids Coding Labs, il laboratorio per il coding, tra gli eventi di formazione digitale proposti dalla Fondazione Saccone, l’hub di competenze e saperi, con sede a Salerno, presieduto da Giorgio Sala: «L’approccio dei nostri docenti di coding (Angela Peduto e Francesco Orciuoli, docenti Unisa, ndr) con i bambini è stato molto pratico: abbiamo chiesto loro di sviluppare un gioco interattivo, servendosi di Scratch, il tool sviluppato dal Mit di Boston, che consente di realizzare giochi utilizzando blocchi colorati che rappresentano altrettante istruzioni logiche», spiega Sala.
Startupitalia ha assistito al Kids Coding Labs e abbiamo fatto qualche domanda ai piccoli alle prese con l’apprendimento del “nuovo linguaggio”.
Giocare costruendo giochi
Per Francesco, 12 anni, “il coding fa capire come si fanno i giochi prima che arrivano a noi”, mentre per il suo omonimo Francesco G., 10 anni, il “coding mi ha permesso di creare giochi e storie nuove”. Sono diverse le reazioni che abbiamo registrato da parte dei bambini, dai 4 ai 12 anni, che hanno partecipato al Kids Coding Labs. Il comune denominatore è la parola “divertimento”, a testimonianza che solo “divertendosi” è possibile apprendere un argomento in modo efficace.
Guarda qui il video
Samaira Metha, stella della Silicon Valley a 11 anni
Chissà se uno di questi bambini avrà lo spirito imprenditoriale di Samaira Metha, la bambina imprenditrice che, a soli 11 anni, ha dato vita a CoderBunnyz, gioco da tavolo in cui i partecipanti imparano a risolvere i problemi tipici che i programmatori affrontano nel loro lavoro, così come i principi alla base di ogni linguaggio di programmazione.
Grazie ai suoi giochi da tavolo (al primo è seguito il secondo, CoderMindz) ha creato un’azienda familiare: la aiutano nell’attività suo padre, ingegnere Intel, e sua madre che si occupa del social media marketing dell’azienda. Samaira è così diventata una stella della Silicon, invitata a eventi in cinque continenti, e ha ottenuto il premio Youth Entrepreneur della Santa Clara Board of Education. La sua storia su Business Insider.
Tanti i corsi di coding per bambini in Italia
L’idea di organizzare corsi di coding per bambini sta prendendo sempre più piede nel nostro Paese. Dal portale Code.org, che offre formazione gratuita online, ai club CoderDojo, che organizzano corsi di coding per ragazzi in tutt’Italia (qui una mappa), fino ai corsi a pagamento di Codemotion Kids: è vasta l’offerta per i genitori che vogliono che i loro figli godano dei vantaggi del pensiero computazionale.