La riforma arrivata in Parlamento prevede l’eliminazione della terza prova e la possibilità di accedere all’esame anche con la media del sei. Obbligatorio per l’ammissione il test Invalsi su italiano, matematica e inglese e una relazione al colloquio orale sull’alternanza scuola-lavoro
L’esame di maturità, passaggio obbligato per tutti gli studenti delle scuole superiori italiane, cambia ancora. In Parlamento è arrivata una proposta di riforma che riguarderà i diplomandi del 2018 e che diventerà effettiva solo se il Parlamento la approverà. Sono ancora possibili quindi dei cambiamenti, ma per il momento è possibile individuare le innovazioni principali alle quali dovranno cominciare a prepararsi gli studenti di licei e istituti superiori.
1. L’accesso con la media del 6
Se fino a quest’anno si veniva ammessi all’esame che concludeva il ciclo di studi superiori solo con la sufficienza in tutte le materie, compresa la condotta, con la riforma non varrà più questa regola. Basterà infatti avere la media del sei. Questo contribuirà ad aumentare ulteriormente la percentuale di ammessi alla prova finale. Nel 2016 il 96% degli studenti ha avuto accesso all’esame e solo lo 0,5 per cento è stato bocciato.
2. Via la terza prova
Come già annunciato, dovrebbe sparire la terza prova, il quiz a risposta libera o multipla su cinque materie tra quelle non coperte dalle altre due prove scritte, quella di Italiano uguale per tutti gli istituti e quella di indirizzo a seconda della scuola. Il contenuto della terza prova veniva deciso dalla commissione ed era quindi molto variabile e soggetto alla discrezione degli insegnanti.
3. Test Invalsi obbligatorio per l’ammissione
Per accedere all’esame di maturità sarà necessario per i ragazzi superare il test Invalsi per italiano, inglese e matematica. Si tratta di prove uguali per tutti che permettono di giudicare il livello raggiunto dagli studenti nelle varie discipline. La valutazione ottenuta non andrà a incidere sul voto finale. I dati aggregati serviranno infatti all’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione per fornire informazioni al ministero e alle scuole sulle competenze raggiunte dagli studenti italiani in modo da superare i problemi riscontrati ormai da qualche anno nella classifica Ocse nel confronto con i ragazzi degli altri Paesi europei nella comprensione del testo, nella lettura e nella matematica.
4. Cambiano i punteggi
Con l’eliminazione della terza prova è stato necessario ripensare anche il sistema di attribuzione dei punteggi. Il voto, espresso in centesimi, sarà ripartito in un massimo di 20 punti rispettivamente per la prima prova, la seconda e il colloquio orale. Aumenterà il peso dato ai crediti scolastici accumulati durante il percorso di studi che salirà a 40 punti. La commissione sarà mista con tre membri interni, tre esterni e un presidente.
5. L’alternanza scuola-lavoro all’orale
Dopo l’introduzione dei percorsi di alternanza scuola lavoro per gli studenti, è possibile che queste esperienze vadano a fare parte dell’esame finale. Nel colloquio orale si partirà dalla classica interrogazione sui programmi dell’ultimo anno e nella seconda parte dell’esame i candidati presenteranno una relazione sulle attività svolte nel tirocinio obbligatorio di 200 ore nel triennio del liceo e 400 nel triennio degli istituti tecnici. Questo nuovo impianto lascia pensare che la tesina o il percorso con tematiche scelte dagli studenti verranno mandati definitivamente in pensione.