Uno studio condotto da Ecodom dice che, in media, ognuno di noi produce 13 kg di e-waste all’anno. Ma gli apparecchi di scarto contengono al loro interno metalli rari ormai in esaurimento che potrebbero essere riciclati
C’è un motivo se, quando talvolta sentiamo parlare di RAEE, appare dal nulla anche l’espressione “miniera urbana”. Molti infatti considerano i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche come una piccola fortuna sepolta sotto polvere e ragnatele nelle nostre umide cantine.
Da un lato tutti hanno in casa propria un qualche device tecnologico ormai inutile e superato. Dall’altro in questi “scarti” contengono al loro interno molte materie prime a rischio esaurimento. Si parte con ferro, alluminio e plastica per arrivare poi ai più richiesti rame, oro, palladio e perfino cobalto e grafite.
Il report Ecodom sui RAEE
Piccoli e grandi elettrodomestici, computer, cellulari, televisori, ma anche orologi, radiosveglie, videogiochi… secondo uno studio Ecodom, ogni cittadino italiano “produce” in media circa 13 kg di RAEE all’anno, per un totale che tocca le 800 mila tonnellate. Mentre, tra garage e cassetti, si stima che ogni famiglia del nostro Paese abbia otto apparecchiature elettriche/elettroniche non funzionanti, o comunque non più utilizzate. Parliamo di qualcosa come 200 milioni di pezzi, quasi un quinto delle nostre proprietà tecnologiche.
Il RAEE più comune nelle nostre case? Il telefonino, magari proprio un modello tipo Nokia 3330 che tanto ha spopolato negli anni ’90. Ce ne sarebbero circa 120 milioni che aspettano di essere riciclati e, tenendo conto che gli italiani ne comprano in media 40 milioni all’anno, il numero è destinato a salire sempre più. Una quantità notevole di metalli preziosi che finisce così sprecata, invece di essere recuperata fino al 96% delle sue componenti.
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La miniera in salotto
Se andassimo a guardare dentro ad uno smartphone, rimarremmo stupiti dalle risorse che nasconde. Plastica, ovviamente, ma anche molto altro. Circa 9 grammi di rame, 11 grammi di ferro, 250 mg di argento, 24 mg di oro, 9 mg di palladio e un grammo tra terre rare e metalli preziosi come cadmio e cobalto. A dircelo è uno studio condotto dal Politecnico di Milano.
Grafica ricavata dal report Ecodom
E più aumentano le dimensioni, più il possibile risparmio diventa consistente. In un frigorifero ci sono 25 kg di ferro, 6 di plastica e uno di rame. Per dare l’idea, ben 225 monetine da 5 cents impilate le une sulle altre. Un televisore, invece, di ferro ne contiene solo 2 kg. In compenso però ce ne sono 5 di vetro che potrebbero essere riciclati.
A beneficiarne saremmo noi e, soprattutto, l’ambiente che ci circonda. Infatti, liberarsi degli elettrodomestici lasciandoli agli angoli delle strade in attesa che qualcuno passi a ritirarli significa non solo buttare via una grande quantità di materie prime, ma anche disperdere parti molto inquinanti. Come il composto chimico del freon, contenuto nei frigoriferi e considerato uno dei maggiori responsabili del buco dell’ozono. Tanto che le molecole Cfc contenute in un solo frigorifero inquinano quanto un’auto che percorre 15 mila chilometri.