Studenti e studentesse delle scuole medie hanno partecipato all’iniziativa “Il futuro è del colore che vuoi” che si è svolto presso il centro congresso Eni nel quartiere Eur a Roma. Ecco com’è andata
Fondato dall’avvocatessa spagnola Miriam Gonzalez, “InspirinGirls” è attivo attualmente in sei paesi (Spagna, Serbia, Italia, Cile, Brasile e Messico) e ha come obiettivo quello di incoraggiare le ragazze a seguire le proprie aspirazioni senza badare agli stereotipi. In Italia è promosso dall’associazione ValoreD in partnership con Eni e Intesa Sanpaolo e con il patrocinio del Miur. Nel primo anno di attività hanno aderito 100 scuole medie sparse su tutto il territorio nazionale e 400 “role model”, donne che volontariamente e gratuitamente raccontano la loro esperienza professionale a studentesse e studenti degli istituti aderenti.
“Il futuro è del colore che vuoi”, l’evento per presentare il primo anno di InspirinGirls
“Chiedo un applauso per gli insegnanti che fanno un lavoro splendido e per il quale chiedo maggiore attenzione e rispetto”. La giornalista Maria Latella ha aperto così l’incontro che si è svolto giovedì scorso presso il centro congresso Eni a Roma per rinnovare l’impegno di tutti i partners italiani coinvolti in “InspirinGirls”.
Grazia Firmani, HR Director Eni, ha esortato le studentesse e gli studenti presenti: “Costruite il vostro futuro decidendo le tappe del percorso con il coraggio di pensare in grande. Se farete le cose con energia e passione al futuro ci arriverete molto prima e molto meglio”. Marta Sestini, HR Manager Gestione Dirigenti e Talent Mananger di Intesa Sanpaolo, si è detta orgogliosa di rappresentare un’azienda che ha il 50% di dipendenti donne, anche se: “Le carriere apicali sono ancora una prerogativa maschile. Per questo “InspirinGirls” ci sembra una sfida irrinunciabile da cogliere”.
Barbara Falcomer, presidente di ValoreD, ha sottolineato il dato emerso dalla ricerca “Cosà farò da grande” realizzata in collaborazione con Ipsos: “Nell’aspirazione dei corsi di studio abbiamo più di un 30% di ragazzi che vuole studiare ingegneria, informatica, matematica, fisica, mentre le ragazze sono solo l’8%. Questo ci dice che anche tra i più giovani sono diffusi gli stereotipi che relegano determinate professioni al mondo maschile ed altre a quello femminile. Noi vogliamo scardinare questo sistema per dimostrare che, coltivando il proprio talento e seguendo le proprie aspirazioni, è possibile realizzare tutto ciò che si vuole”.
Le founder di Orange Fiber e Solenica tra le role model
A rappresentare il mondo delle startup innovative due giovani role model: Adriana Santanocito, co-founder di Orange Fiber, che lo scorso anno è stata scelta da Salvatore Ferragamo per la prima collezione moda realizzata con tessuti ricavati dai sottoprodotti della lavorazione industriale delle arance (ne abbiamo scritto qui); e Diva Tommei, founder e Ceo di Solenica, che dopo il robot Lucy (ne abbiamo scritto qui) ha inventato e finanziato in crowdfunding Caia, lo specchio in grado di portare la luce naturale anche nell’ambiente più buio.
Santanocito ha incoraggiato gli studenti e le studentesse a chiedere aiuto per realizzare le loro idee: “Sono andata a bussare alle porte del Politecnico di Milano solamente con un’idea in testa e una tesi di laurea in mano. Non ho avuto paura di confrontarmi con persone che ne sapevano più di me e di rimettermi in gioco anche dopo i passi falsi ”.
Tommei ha condiviso la sua esperienza di 4 mesi alla NASA per la ricerca sulle tecnologie a crescita esponenziale: “Un corso per studiare soluzioni ai più grandi problemi dell’umanità: mancanza di cibo e acqua potabile, energie sostenibili, accesso all’educazione ed esplorazione nello spazio. Quest’esperienza ha cambiato radicalmente il mio percorso incoraggiandomi a fondare una startup nel settore della robotica”. Ma oltre alla NASA, Tommei e il suo team hanno visitato anche la sede di Tesla: “Elon Musk è l’esempio per eccellenza di chi ha un sogno e comincia da dove deve cominciare sapendo già dove vuole arrivare”.
https://www.youtube.com/watch?v=ewIZ47r9oTw
Il workshop sui pregiudizi di genere inconsapevoli
Il workshop sui pregiudizi di genere inconsapevoli tenuto da Laura Fedeli e Paola Castello (ValoreD), si è concentrato sull’analisi del modello cognitivo che porta uomini e donne ad utilizzare gli stereotipi in modo automatico. Un modello basato sulla divisione del cervello in due sistemi: uno consapevole e l’altro inconsapevole. Il secondo agisce molto più velocemente del primo percorrendo una scorciatoia mentale per arrivare prima alla soluzione di un problema, così come nel definire le categorie uomo e donna. Queste categorie sono figlie di una cultura millenaria che si è via via consolidata attraverso i concetti di genere appresi fin dall’infanzia, anche attraverso favole e cartoni animati i cui schemi sono stati recentemente messi in discussione.
Un altro fenomeno non trascurabile è il differenziale retributivo, noto anche col nome di “Gender Pay Gap”: il rapporto Almalaurea2017 ha stabilito che a 5 anni dalla laurea magistrale l’80% delle donne guadagna 1.238 euro, mentre l’88% degli uomini riceve uno stipendio di 1.576 euro; Il 60% degli uomini è assunto con un contratto a tempo indeterminato, mentre le donne raggiungono il 51,1%. Il workshop si è concluso con un momento di confronto tra i partecipanti. Ha destato stupore il fatto che l’unico uomo presente fosse rappresentato da Startupitalia!