La prova più temuta quest’anno si farà al Pc. Ma le scuole hanno gli strumenti necessari per adeguardi a questo cambiamento? Il sondaggio di Scuola.net e de La Tecnica della scuola
E’ scattata l’ora dell’Invalsi 2.0. Dopo anni di test su carta per la prima volta quest’anno i 574.600 ragazzi delle classi terze della secondaria di primo grado faranno i test di italiano, matematica e inglese al computer. Una “prima” che ha cambiato totalmente l’organizzazione della prova: i presidi, infatti, possono scegliere quando e a che ora far fare i test ai ragazzi fino al 21 aprile.
Tre sono le prove: italiano, matematica e per la prima volta inglese. Per le prime due discipline i ragazzi avranno a disposizione 90 minuti. Per inglese 45 minuti per l’ascolto del testo e altri 45 per la lettura. Una sfida lanciata nella consapevolezza che non c’è un pc per ogni studente: “Ogni scuola ha a disposizione un computer per ogni 2,5 studenti circa. Questo è un dato molto incoraggiante poiché dovrebbe consentire a tutte le scuole di svolgere le prove all’interno della finestra temporale prevista. Abbiamo potuto verificare ogni singola dotazione informatica attraverso un diagnostic tool che ha consentito di monitorare la funzionalità dei computer a disposizione delle scuole”, hanno spiegato i vertici dell’Invalsi.
I dubbi degli studenti
Ma in questi primi giorni non sono mancate le perplessità. Secondo un sondaggio di Skuola.net ad avere dubbi sulla buona riuscita dell’Invalsi 2.0 sono proprio gli studenti: solo il 40% degli intervistati (il 48% al Nord), infatti, dice che nel proprio istituto c’è un’aula informatica attrezzata per accogliere tutti i candidati.
E nel resto delle scuole? Il 29% dei ragazzi sarà costretto a svolgere i quiz a gruppi. Al 18% è stato assicurato che per i giorni delle prove ci saranno computer per tutti. Il 13%, invece, non sarà così fortunato e dovrà trasferirsi in un’altra struttura come auspicato dallo stesso Invalsi per le scuole che non sono attrezzate. A bocciare la prova 2018 in stile “moderno” sono anche i professori che hanno fatto sentire la loro voce grazie ad un sondaggio svolto dalla rivista specializzata “La tecnica della scuola”. Per l’85,6% degli insegnanti intervenuti i pc non bastano per i test Invalsi. Inoltre, in molti casi le macchine risultano spesso obsolete. Solo il 14,4% ha riferito di non avere problemi di questo tipo. L’altro problema emerso dalla rilevazione è quello legato alla connessione internet, punto molto importante perché le prove sono svolte dagli alunni al computer, in modalità online.
Per l’81,5% degli intervistati, la connettività non è adeguata, perché troppo lenta e quindi esposta a problemi continui che rischiano, come avvenuto nelle simulazioni, di bloccare i test online. Solo il 18,5% dichiara di non riscontrare problemi alla rete Internet della scuola.
Un problema che ben conoscono i dirigenti scolastici delle piccole realtà come Marco De Prospo dell’istituto “Don Milani” di Ariano Irpino che avrebbe preferito continuare con la carta visti i problemi di Rete o il dirigente Giorgio Gentili di San Ginesio e a Sarnano: “Dobbiamo spegnere tutti i cellulari, i pc nelle aule, bloccare gli aggiornamenti e allora riusciamo a far funzionare i computer”.