Il Progetto L2Tor è finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Horizon 2020 con l’obiettivo di insegnare ai bambini una seconda lingua. Ci lavorano quattro paesi: Germania, Turchia, Olanda e Regno Unito.
In un momento storico caratterizzato da grandi migrazioni “apprendere un secondo idioma è importante, soprattutto in un periodo temporale così ricco di spostamenti di fasce di popolazioni, che al netto di aspetti anche complessi se non drammatici deve vederci preparati ad offrire ai più piccoli occasioni preziose per il loro futuro. Prima dei sette anni si apprende più facilmente perché si è più flessibili. E ogni cosa che impariamo, dalla matematica a delle banali istruzioni di montaggio, lo impariamo attraverso il linguaggio. Perciò è un elemento fondamentale sia per il futuro di ogni individuo sia per l’integrazione”. Queste le dichiarazioni di Paul Vogt dell’Università di Tilburg, responsabile del team di sviluppo di L2Tor. Per la prima volta a sorvegliare in cattedra l’apprendimento di almeno 400 bambini europei sarà un insegnante tutto speciale. Si chiama L2Tor è il robot-progetto finanziato dall’UE nell’ambito del programma di ricerca Horizon 2020 (circa 3 milioni di euro stanziati), con l’obiettivo di sviluppare un umanoide in grado di aiutare i bimbi, in età prescolare, a imparare velocemente un secondo idioma.
Il Progetto Comunitario “di robotica educativa”, ancora in fase embrionale, prevede che il robotino dotato di intelligenza artificiale aiuti i bambini di Regno Unito, Germania, Turchia e Olanda ad apprendere una seconda lingua (in tempi molto rapidi) oltre a quella del paese in cui sono nati e cresciuti. Così per gli studenti di madrelingua olandese, e tedesca l’idioma selezionato è stato l’inglese, mentre per quelli turchi l’olandese e il tedesco. Una necessità nata dai continui flussi migratori che spingono sempre più persone verso il Nord Europa e per aiutare gli insegnanti a governare oltre che istruire classi numerose e multietniche.
NAO in cattedra
Il progetto L2Tor, della durata di 3 anni, è composto da un corpo individuato nell’androide ideale: il Robot NAO progettato dalla società francese di tecnologia Aldebaran Robotics. NAO è nato per trasmettere conoscenza di volta in volta aggiornata, memorizza azioni nuove dagli esseri umani che lo circondano, tramite dimostrazioni fisiche, imitazione visiva o comandi vocali. È equipaggiato con una centrale inerziale a cinque assi, dei sensori di prossimità a ultrasuoni rivolti in direzioni diverse e dei sensori di pressione sotto i piedi. Dispone anche di un sistema multimediale evoluto (4 microfoni, due altoparlanti, due videocamere CMOS) per la sintesi vocale, la localizzazione nello spazio, e per il riconoscimento facciale e per l’object recognition.
NAO è un perfetto interlocutore per i più piccoli. Non intimidisce, non è aggressivo ed è “umano” nel commettere anche piccoli errori che i bambini potranno correggere.
L’intelligenza artificiale riconosce se il bambino è confuso
L’androide del progetto L2TOR sarà configurato con la precisa interpretazione del body language per intuire se i bambini gli prestano attenzione. Il passaggio cruciale dei ricercatori sarà proprio quello di dotare il software di un tocco aggiuntivo: l’intelligenza artificiale che permetterà al robottino-L2Tor di capire il linguaggio del corpo: che cosa il bambino sta guardando, se è attento oppure no, e anche percepire le sue emozioni, se è felice, triste o annoiato o confuso. Al momento, partecipano alla realizzazione del Progetto Comunitario L2Tor oltre all’università tedesca di Tilburg capofila, la Bielefeld University e l’università di Plymouth, per il Regno Unito; la Tilburg University e l’università di Utrecht, per l’Olanda, e la Koç University per la Turchia. Inoltre collaborano al progetto anche importanti partner industriali come Aldebaran Robotics in Francia e Qatar Belgio Moder Technology (QBMT) in Belgio.