Incontrare gli artisti che hanno disegnato graffiti famosi non è una lezione da tutti i giorni: è successo al liceo artistico “Argan” di Roma
“Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi. L’arte è per tutti, e questo è il fine a cui voglio lavorare”, scriveva Keit Haring che è stato capace di trasformare quei graffiti fatti nelle metropolitana di New York in arte. Lo sanno bene gli alunni del liceo artistico “Argan” di Roma che hanno incontrato alcuni dei protagonisti della street art tra i più conosciuti ed apprezzati in Italia. Nell’aula “Magna” dell’istituto “Piaget” per un giorno non sono saliti in cattedra i soliti professori ma Stefania Fabrizi, Maupal e Nicola Verlato. A molti questi nomi potrebbero dire poco ma le loro opere sono conosciute da tutti.
Mauro Pallotta, in arte Maupal, è l’autore del super Papa realizzato nel 2014 in borgo Pio a pochi passi dal Vaticano e del San Nicola apparso a Bari nei panni di un uomo qualunque che fa yoga. Quel pontefice nei panni di un personaggio fantastico è costato all’artista una denuncia ma la soddisfazione è stata quella di sapere che Bergoglio aveva apprezzato. Di questi segreti e della loro vita “spericolata” hanno raccontato agli studenti.
Stefania Fabrizi, romana, ha spiegato la sua ricerca artistica attraverso personaggi ambivalenti e spaventosi, replicanti, alieni, eroi e criminali, atleti e lottatori. Fabrizi è potente ed energica, riesce ad imprimere tutta la forza e la violenza dei suoi strani soggetti in quei mosaici simultanei concependo il solo sguardo come atto creativo ovvero come possibilità di re-disegnare il passato e insieme prefigurare l’oscuro destino dell’umanità. Gli artisti hanno partecipato a titolo gratuito raccontando le dinamiche progettuali e tecnico rappresentative che ognuno ha messo in essere ogni volta che si è rapportato alla facciata di un edificio, al muro di un quartiere in una città.
Un modo per incuriosire i giovani alla street art, per far conoscere loro le caratteristiche di questi artisti che vivono “per strada”, che sono capaci di suscitare emozioni al passante, di conquistare lo sguardo distratto di chi vive la quotidianità senza alzare gli occhi dal cellulare. L’iniziativa è stata voluta, promossa e organizzata dal dipartimento di psicologia dell’arte, in particolare dalle professoresse di storia dell’arte, Rita De Duro e Cecilia Pisoni e dalla dirigente del liceo Anna Messinese: un incontro che si inserisce a pieno titolo tra le iniziative volte a creare un percorso formativo di ampio respiro per gli studenti del liceo che hanno vissuto da protagonisti una delle attività artistiche maggiormente apprezzate nell’ultimo periodo. Un modo per sconfiggere i pregiudizi sui writers, per iniziare a studiare questa cultura artistica. Una risposta adeguata all’emergenza educativa lanciata da “Save the children” nei giorni scorsi: in Italia, infatti, il 48% dei minori tra i 6 e i 17 anni non ha letto neanche un libro se non quelli scolastici; il 66% non ha visitato un sito archeologico e il 55% un museo. Numeri che vanno ribaltati grazie ad iniziative come quella del liceo artistico di Roma.