Tra i ministri riconfermati del Conte Bis spicca senz’altro Sergio Costa che continuerà a dirigere il dicastero dell’Ambiente
Tra i ministri riconfermati del Conte Bis spicca senz’altro Sergio Costa che continuerà a dirigere il dicastero dell’Ambiente. StartupItalia lo aveva incontrato a metà agosto, nel pieno della crisi di governo. Avevamo parlato di quanto aveva fatto nei 14 mesi appena archiviati e di ciò che aveva in mente e che ora realizzerà a partire dal prossimo autunno.
End of waste (il procedimento che trasforma un rifiuto in un nuovo prodotto), clima, economia circolare, green economy, innovazione, ma anche regionalismo e questione africana: sono alcune delle tematiche affrontate nell’intervista al ministro Sergio Costa e delle quali si è occupato personalmente in questo primo anno di governo giallo-verde ora scosso da una forte crisi politica. Il titolare del dicastero dell’Ambiente ha fatto assieme a noi il punto della situazione, ci ha descritto lo stato d’avanzamento di una serie di lavori e tematiche che dovranno essere ripresi in autunno da chiunque siederà al ministero dell’Ambiente. «Chiunque ci sarà avrà a disposizione un dicastero più forte» ha detto con orgoglio Costa, ricordando il recente rafforzamento dell’organico con 251 nuove assunzioni.
L’intervista al ministro Sergio Costa
StartupItalia: Ministro, la cronaca politica ha fatto irruzione in questa estate altrimenti tranquilla e in questa intervista in cui avremmo dovuto parlare d’altro. Però è impossibile sottrarsi alla domanda più impellente: cosa potrebbe succedere se si andasse a elezioni?
Sergio Costa: «Tengo a sottolineare che il lavoro che abbiamo fatto fino a ora, a parte le emergenze, è di carattere strutturale ed è un patrimonio del paese e non di una singola forza politica. E spero che un mio possibile successore ciò lo capisca e lo faccia proprio. Le deleghe sull’economia circolare, il lavoro svolto sulle plastiche e quello fatto sull’end of waste, sono cose necessarie se si vuole andare verso una maggiore tutela ambientale che è necessaria per le sfide delle risorse e del clima. Chiunque siederà alla scrivania del ministro dell’Ambiente comunque avrà a disposizione un ministero più forte. È stato pubblicato in gazzetta Ufficiale, infatti, il bando per il concorso per 251 funzionari di area tecnica al ministero dell’Ambiente. Il primo che sia mai stato realizzato al Ministero dell’Ambiente dalla sua fondazione nel 1986».
StartupItalia: Parliamo di innovazione e ricerca. In Italia sulla green economy la ricerca c’è ma è frammentata… Come ministro come si sta muovendo?
Sergio Costa: «Fermo restando che la ricerca è appannaggio del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, ciò che noi possiamo fare è spingere verso il mercato dell’economia circolare. Nella legge di stabilità 2019, ossia quella dello scorso anno, abbiamo messo un fondo rotativo di 42 milioni di euro per la riduzione della dimensione degli imballaggi e per l’incremento delle bioplastiche, nelle vendite al dettaglio. Spingendo così la produzione di bioplastiche e tutta la ricerca associata e dandogli così uno spazio di mercato».
StartupItalia: Ha parlato di finanziaria. Immagino che, prima della crisi di questi giorni, steste apparecchiando la prossima legge di bilancio. Cosa bolle in pentola per l’ambiente?
Sergio Costa: «Nella prossima legge di stabilità, spero sempre crisi permettendo, voglio, negoziando con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, spingere in direzione del credito d’imposta che va a favore delle imprese che sviluppano economia circolare e degli acquisti da parte del consumatore finale, affinché quest’ultimo possa scaricare dalle tasse una quota degli acquisti dei prodotti che provengono dall’economia circolare. In questo quadro penso, con un poco di pragmatismo, che la ricerca si sviluppi anche quando offriamo degli sbocchi di mercato a ciò che produce. In questo quadro vedo che anche imprese private, altre istituzioni e il sistema bancario si stanno muovendo creando un circolo virtuoso che mette assieme molti soggetti».
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StartupItalia: Lei ha delega sull’economia circolare da un anno. Una delle cose più evidenti che è successa durante questo periodo è il decreto end of waste per i pannolini, ma molti altri “rifiuti” attendono provvedimenti analoghi. Cosa sta facendo il ministero?
Sergio Costa: «Stiamo facendo due cose in parallelo. La prima è quella di aver messo in piedi un gruppo di lavoro di esperti per i decreti end of waste che ho letteralmente tirato fuori dai cassetti della vecchia legislatura. In questa maniera abbiamo avviato un processo che per alcuni materiali è già in fase avanzata. Si tratta di un processo per il quale ci vuole tempo, perché sono decreti di natura regolamentare che oltre all’aspetto tecnico devono passare sia per il Consiglio di Stato, sia per l’Unione europea, prima di essere pubblicati. In tutto passano 9-10 mesi per ogni end of waste. Parliamo di decreti che riguardano 60 milioni di metri cubi di materiali l’anno. Una cifra che è il 25-30% dei rifiuti che non hanno uno sbocco nell’economia circolare ogni anno».