Com’è nata e come funziona l’app realizzata allo Scientifico Vittorio Veneto di Milano, all’interno del progetto di alternanza scuola/lavoro fatto con l’azienda partner Edison
C’è chi a 15 anni pensa che la matematica sia noiosa, complicata, persino inutile. E poi c’è chi pensa di poterla imparare e insegnare anche attraverso un gioco e un telefonino. Daniel Auditore, Filippo Monaco, Eleonora Cipelli e Guido Levati, del liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano hanno deciso di dare una mano a tutti i loro compagni che faticano con le equazioni e le espressioni attraverso Nabla, un’app che hanno realizzato all’interno del progetto di alternanza scuola/lavoro fatto con l’azienda partner Edison. I ragazzi hanno lanciato la loro iniziativa nella giornata finale di Deploy your Talents promossa da Fondazione Sodalitas per rilanciare gli studi scientifici e superare gli stereotipi di genere. Ecco qualche dettaglio in più.
Far uscire la matematica dall’aula
Sono partiti dall’idea di raccontare le materie scientifiche attraverso la letteratura e la filosofia ma pian piano che meditavano sugli strumenti per divulgare il loro progetto hanno compreso che lo smartphone sarebbe stato il giusto mezzo per far uscire la matematica dall’aula. E ci sono riusciti: hanno creato un’app con dei quiz. Con delle curiosità sulla prima “donna matematica”; sono riusciti a portare tra i ragazzi Rita Levi Montalcini così come a far rivivere Margherita Hack.
La bussola per il talento
Non solo. Attraverso questa app i ragazzi possono persino trovare una bussola per il loro orientamento scolastico perché alla fine del gioco viene segnalata la o le materie dove si è più “forti”. Una risposta concreta ai pregiudizi sulla matematica che spesso portano a pensare che solo pochi possano essere interessati ad essa e che tra quei pochi ci siano soprattutto maschi.
La matematica in piazza
Daniel, Filippo, Guido ed Eleonora sono riusciti unendo l’innovazione all’intelligenza a presentare la matematica sotto nuove vesti rendendola più attraente e soprattutto facendo in modo di fare matematica in tram, sul bus, in una piazza o al bar perché in fondo grazie a Nabla si tratta di un gioco. Non sappiamo ancora se questi quattro giovani sceglieranno magari all’università proprio il corso di matematica ma sicuramente potranno essere degli ottimi imprenditori.