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Proviamo a tracciare una scaletta dei passi necessari ad essere un buon leader seguendo i consigli di Dale Carnegie, società leader nella formazione manageriale
La tua azienda sta andando bene, ma cosa le riserva il futuro?
Le vendite tengono, ma sarà così anche l’anno prossimo?
E se i concorrenti riuscissero a colmare il gap e a guadagnare quote di mercato?
L’innovazione è la chiave per il successo di qualsiasi impresa. In un mondo che si muove rapidamente, restare fermi è impossibile.
Ma come portare innovazione proprio nella tua impresa, quella che guidi e dove lavori tutti i giorni? Come essere il motore che spinge la tua organizzazione verso il successo? In che modo motivare i collaboratori e mantenere alta l’attenzione verso i risultati?
A volte (poche in verità) accade per caso. Ma l’esperienza di chi conosce le imprese insegna che, quasi sempre, i risultati sono il frutto di un processo strutturato. Ed è senz’altro dei manager la responsabilità di avviare il cambiamento, guidando il proprio team verso prestazioni eccellenti.
Ecco quindi un primo assioma: portare innovazione significa avere grande capacità di leadership.
Proviamo quindi a tracciare una scaletta dei passi necessari ad essere un buon leader seguendo i consigli di Dale Carnegie, società leader nella formazione manageriale.
Si parte dalla vision
Innanzitutto, spiegano i consulenti della società americana, è essenziale avere una vision. Avere un’idea del punto di arrivo, immaginare cosa succederà una volta raggiunto. È la vision che aiuta a definire il percorso e a mantenere alta la motivazione del personale.
Il secondo passo è raccogliere i dati e identificare sfide e opportunità. Un’analisi strutturata di quanto è già stato fatto è essenziale. Perché sia utile, è, però, importante condurla cercando di non lasciarsi influenzare dalle idee accumulate negli anni, e cercare, invece, di restare più obiettivi possibile. In questo potrebbe aiutare lo sguardo esterno di un consulente.
A questo punto comincia la fase di brainstorming, in cui è necessario coinvolgere i collaboratori con un approccio quantitativo e non qualitativo. Dale Carnegie chiama questa fase del “pensiero verde”, quella in cui, cioè, si cerca di portare fuori le idee di ognuno senza filtri. A questa segue quella del “pensiero rosso”, la selezione delle proposte migliori, che devono essere, però, realizzabili. Si tratta di un momento che può essere molto stressante per i manager: decidere non è mai facile, e lo è ancora meno quando si tratta di cambiare direzione.
Finito? Certo che no. È il momento di passare alla pratica. In questo stadio bisogna identificare con precisione tutte le persone coinvolte nel progetto, informandole puntualmente sui compiti che saranno chiamate a svolgere. Il progetto si chiuderà, quindi, con la fase di monitoraggio e di valutazione dei risultati: un passaggio che non deve essere trascurato e consente di correggere eventuali errori.
Questi e altri consigli potrete trovarli nell’utile volumetto di Dale Carnegie scaricabile a questo link. Una guida per capire come unire l’innovazione alla leadership e tenere la tua impresa sulla frontiera della conoscenza. E per creare, con il lavoro di oggi, il successo di domani.