A “svecchiare” il modo d’insegnare sottrazioni e moltiplicazioni ci hanno pensato le docenti di una scuola di Saronno che hanno scelto di fare matematica con i mattoncini della Lego
Potrà sembrare impossibile ma all’istituto comprensivo “Ignoto Militi” di Saronno i bambini non vedono l’ora di fare matematica. Se in molte scuole matematica è sinonimo di noia e visi tristi, in questo istituto i ragazzi non vedono l’ora di avere a che fare con operazioni, problemi e tabelline.
Non c’è nessun trucco. Nessuna magia. A “svecchiare” il modo d’insegnare sottrazioni e moltiplicazioni ci hanno pensato le docenti che hanno scelto di fare matematica con i mattoncini della Lego.
Potrà non sembrarvi vero ma con le costruzioni i bambini imparano e si divertono. Nella città dove il 4 agosto 1947 morì la grande pedagogista Carolina Pizzigoni, è rimasta la voglia di rinnovarsi, di introdurre nuovi metodi d’insegnamento che mettono al centro il bambino.
La Lego Education che piace ai bambini
I mattoncini sono naturalmente accattivanti per gli studenti elementari. Quando vengono introdotti nell’ambiente di apprendimento, aumentano la motivazione. È grazie a questa esperienza attiva e impegnata che le soluzioni didattiche di “Lego Education” aiutano a gettare le basi per l’apprendimento permanente. Le soluzioni pratiche accendono il desiderio naturale dei bambini di esplorare e scoprire. Gli studenti impareranno materie come matematica, scienze, tecnologia e ingegneria in modo più efficace, migliorano e sviluppano le abilità del ventunesimo secolo, come la risoluzione dei problemi, la collaborazione e la comunicazione.
Ad aiutare gli insegnanti è la piattaforma “Lego Education” che comprende attività per la fascia prescolastica, per la primaria e anche per la secondaria di primo grado. Il docente è sostenuto prima, durante e dopo le lezioni. Le guide per gli insegnanti con suggerimenti e trucchi per la gestione della classe facilitano l’avvio e gli insiemi di mattoncini, i pacchetti di studi e il software offrono materiali basati su standard naturalmente accattivanti che integrano facilmente la tecnologia nelle lezioni.
Un’esperienza portata avanti in molte scuole italiane che fanno scienze, matematica, coding e persino italiano grazie ai mattoncini. Il risultato è sorprendente perché i bambini apprendono giocando, mostrando curiosità ed interesse. In questo modo i concetti astratti si concretizzano usando elementi tangibili e gli studenti collaborano per risolvere i problemi. Non solo: i materiali pratici incoraggiano gli studenti a diventare parte attiva del processo di apprendimento.
L’intervista
Abbiamo incontrato Chiara Giuliotti e Silvia Lualdi due insegnanti del plesso “Rodari” per toccare con mano gli effetti positivi di questo lavoro con i mattoncini.
Da dove nasce l’ idea di usare le costruzioni?
Dalla partecipazione del nostro istituto ad un progetto Erasmus+, il cui obiettivo principale era quello di condividere un insieme di risorse didattiche multidisciplinari e strategie pratiche di classe. Tra queste anche l’utilizzo delle costruzioni per veicolare contenuti matematici e sperimentare lavori di gruppo in cui sono richieste competenze logiche, di ascolto e di comunicazione.
Avete dovuto seguire un corso di aggiornamento?
No, poiché l’esperienza nasce da una condivisione di pratiche tra insegnanti, messe in comune e documentate anche attraverso un blog appositamente creato.
Cosa significa preparare una lezione di questo genere?
Significa progettare lezioni incentrate sull’attività diretta degli studenti. Lo scopo è quello di creare esperienze di apprendimento caratterizzate da attività pratiche e divertenti, che promuovono la motivazione e l’impegno verso i concetti matematici. Le costruzioni sono ideali per modellizzare una vasta gamma di problemi matematici; per comprendere le operazioni numeriche e il pensiero algebrico; per costruire e suddividere forme geometriche; per misurare e rappresentare dati; per comprendere la notazione posizionale.
Quali sono le reazioni dei bambini?
I ragazzi si sentono motivati e incoraggiati a pensare e a comunicare con gli altri. L’esperienza di apprendimento è sicuramente più divertente e coinvolgente perché richiede una manipolazione diretta del materiale. Inoltre la possibilità di vedere concretamente la soluzione del problema, non solo quella da loro trovata, ma anche quella dei compagni, permette agli allievi di comprendere meglio gli aspetti creativi della matematica, ovvero abbandonare presto l’idea che in matematica esista solo una soluzione corretta. Anche i bambini con difficoltà di apprendimento sentono di poter partecipare all’attività con un ruolo da protagonista e questo favorisce la buona predisposizione verso la materia e aumenta il loro senso di autoefficacia.
I genitori come hanno reagito a questa sperimentazione?
In modo positivo, comprendendone il valore educativo e riscontrando l’ulteriore possibilità di fare matematica in modo coinvolgente e divertente. Un altro punto di forza segnalato dalle famiglie è la possibilità offerta al gruppo classe di rinforzare i rapporti tra pari attraverso il lavoro cooperativo che è parte fondamentale delle attività proposte.