Ragazzi non credete alle leggende metropolitane del toto esame. Qui scoprirete come non cadere nelle bufale del web sulla Maturità 2015
Ricordate la scena finale del film “Notte prima degli esami” in cui i disperati protagonisti arrivano a spendere i loro risparmi per avere la busta con le tracce della maturità? Se avete concluso il liceo quella scena vi farà ridere: ma se invece siete tra i 489.962 ragazzi che affronteranno l’esame, allora è probabile che la guarderete con occhi diversi. Chi ha la maturità alle porte è capace di credere a qualsiasi cosa: c’è anche chi arriverebbe a pagare, cedendo magari a qualche trappola su siti truffaldini. Per prevenire che i ragazzi corrino questi rischi, la polizia di Stato ha avviato la campagna informativa “Maturità al sicuro”, in collaborazione con skuola.net, e soprattutto un’azione di monitoraggio dei siti internet che millantano o promettono di svelare tracce e soluzioni a poche ore dal suono della campanella.
Da Skuola.net: “Non credete alle leggende!”
“Fino a qualche anno fa – racconta Daniele Grassucci, fondatore di skuola.net – c’era la leggenda metropolitana secondo cui le tracce del tema arrivavano dall’Australia. Ricordo che l’ambasciatore australiano mi disse che riceveva tantissime telefonate dagli studenti, e che tutti gli imploravano di svelare almeno l’autore. Oggi questa leggenda non tira più, ma ce ne sono altre”. Secondo le statistiche di skuola.net, infatti, su un campione di 2.500 studenti intervistati, 1 studente su 5 si è detto convinto di poter trovare sul web le tracce tanto desiderate. Altri credono a delle leggende ancora più fantasiose: “Molti credono che la Polizia possa entrare nei loro telefonini per vedere se stanno copiano oppure che ci sia l’effettiva possibilità di schermare la scuola in modo da inibire l’uso dei cellulari. Tutte leggende metropolitane, naturalmente”. Il 45% dei ragazzi interpellati da skuola.net ha affermato di temere di poter essere perquisito dalla commissione, mentre a dare credito alla leggenda di una schermatura delle aule è il 18%. Quelli che si aspettano di vedere i commissari entrare in aula con metal detector e altri strumenti da CSI sarebbero (fortunatamente) solo 1 su 10.
“La polizia opera su due fronti – continua Grassucci – da una parte fa una campagna informativa per sfatare certe leggende che ancora resistono, e dall’altra diffonde il messaggio che, se si viene trovati con il cellulare in sede d’esame, si viene esclusi dalla prova. E questo è bene che lo capiscano tutti”. Ciò che continua a ripete la Polizia, in altre parole, è che il tempo trascorso in rete alla ricerca spasmodica delle tracce d’esame è spesso del tutto inutile, e non è altro che una grande perdita di tempo. La polizia si occupa poi di prevenire i reati che possono esserci sulle leggende pre maturità. L’anno scorso gli agenti chiusero alcune pagine web di un Scuola Zoo che prometteva assistenza durante l’esame di stato: il sito chiedeva agli studenti di inviare la foto della prova e un team di esperti avrebbe svolto l’esame per loro. “Un conto è il toto-esame – continua il fondatore di skuola.net – che è divertente ed anche utile ai fini dello studio, perché magari si ripassano argomenti a cui non si aveva pensato. Un conto è mettere gli studenti nelle condizioni di giocarsi l’esame mandando foto con il telefono, oppure millantare di avere soluzioni che non si possono avere”.
3 indizi per smascherare una bufala e un consiglio da “hacker”
Come si fa a capire subito se stiamo di fronte ad una truffa? Con quanto probabilità è possibile che le tracce di esame escano davvero online?
L’abbiamo chiesto a Matteo Flora, fondatore di The Fool, società leader italiana per la reputazione online e per la tutela di reputazione ed asset digitali. Lui è lo stesso che lo mese scorso ha rischiato di far saltare il Premio Regia Televisiva 2015, con un post dove dimostra che i voti online erano stati taroccati (qui lo spiega bene). “Come Edward Snowden ci insegna, non esiste un sistema totalmente sicuro online, perché non esistono persone sicure. Ci sarà sicuramente qualcuno che può hackerare le prove d’esame, ma le probabilità che qualcuno si assumi il rischio di pubblicare i dati ufficiali si abbassano.” Ma allora quali sono i trucchi per riconoscere una truffa prima che questa faccia il giro del web? Secondo Flora ci sono tre indizi per riconoscere una falsità online:
- Verificare da quanto tempo è online la notizia. Se nessuno si prende la briga di oscurare immediatamente le vere tracce, allora è probabile che quelle sono state fatte circolare sono delle bufale che non necessita una corsa ai ripari da parte delle autorità competenti.
- Controllare l’attendibilità della fonte. L’affidabilità di chi pubblica dei contenuti è uno dei primi criteri di valutazione di una notizia in rete.
- Valutare lo stile di scrittura. Se davvero dovessero pubblicare le tracce di esame sarebbero scritte in maniera impeccabile, verificate e validate dal ministero, per questo motivo anche lo stile e il contenuto dovrebbe essere preciso e…senza errori grammaticali (qualche volta!)
L’hacker e noto “ammazza bufale” non crede che esistano delle grandi sequenze matematiche possa fare prevedere con certezza quali tracce usciranno alla maturità “del resto anche i numeri ritardatari del SuperEnalotto sono una grande cazzata”. L’unico consiglio da hacker che si senti di dare ai ragazzi, maturandi, è uno solo: “il miglior modo per superare l’esame è….studiare!“