Sono i numeri del progetto di e-learning “Dislessia amica” nato dalla volontà dell’Associazione italiana dislessia, dalla Fondazione Tim e dal Miur
Il ministero dell’Istruzione, diagnosi alla mano, conta ufficialmente tra scuole statali e non, di ogni ordine e grado 108.844 alunni con disturbi di dislessia, 38.028 di disgrafia, 46.979 di disortografia. Eppure secondo l’Associazione italiana della dislessia sarebbero 350 mila i ragazzi che hanno questa difficoltà. Di fronte ad un boom di certificazioni servono risposte concrete ovvero insegnanti competenti e preparati. A dare una mano ai maestri e ai professori è il digitale. Grazie al progetto formativo di e-learning “Dislessia amica” nato dalla volontà dell’Associazione italiana dislessia, dalla Fondazione Tim e dal Miur, 130.383 docenti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado hanno acquisito nuove competenze grazie ad un percorso formativo che prevede video lezioni, indicazioni operative e approfondimenti, intervallati da verifiche intermedie.
Una proposta che ha coinvolto complessivamente in Italia 5.200 istituti scolastici per un totale di 2.422.406. Un successo secondo l’Aid: “Siamo molto soddisfatti – spiega il presidente Franco Botticelli – dell’andamento di questo progetto, il primo volto a sensibilizzare e formare a livello nazionale i docenti perché realizzino una didattica adeguata agli studenti dislessici, nel rispetto della Legge 170/2010. Le scuole hanno aderito con entusiasmo, a dimostrazione che si è riusciti a rispondere ad una necessità preesistente di formazione degli insegnanti nei confronti della dislessia”. D’altro canto nel corso degli ultimi anni le diagnosi di disturbo specifico di apprendimento, nelle sue varie forme, sono notevolmente aumentate; se nell’anno scolastico 2014/2015 si è registrata una percentuale di alunni con Dsa sul totale degli alunni pari al 2,1%, nell’anno scolastico 2010/2011 tale percentuale era di appena lo 0,7%. Numeri che devono altrettanto corrispondere in termini di insegnanti all’altezza di questo compito e con strumenti adeguati per dare risposte anche alle famiglie.