Al via la raccolta fondi per permettere a 80 studenti italiani di partecipare a una 3 giorni di proposte e progetti sulla lotta ai cambiamenti climatici
Una raccolta fondi per portare circa 80 studenti e studentesse dai 14 ai 21 anni provenienti da tutta Italia nella città di Bolzano, durante Klimahouse 2020, per discutere, dibattere, confrontarsi sui cambiamenti climatici e, perché no, proporre anche soluzioni per invertire la tendenza.
Far germogliare il messaggio di Greta a scuola
Considerato il torpore che avvolge governi e politici, il cambiamento deve partire dal basso. Lo dimostrano i milioni di ragazzi in piazza per il Fridays For Future. Proprio sulla cresta dell’onda verde di Greta Thunberg si muove ora la piccola ma dinamica realtà di Massimiliano Ventimiglia, recentemente promossa con il patentino di B-Corp (ne avevamo parlato qui).
La sfida che si è posta Onde Alte non è delle più semplici: omologare il fenomeno della giovane attivista svedese, portare il suo messaggio a scuola, fare in modo che germogli in idee e progetti che trasformino l’attuale generazione dei consumi, dello smog e dello spreco in quella che verrà, del green, della consapevolezza, della reale volontà di salvare il mondo.
“Sentiamo l’urgenza di trasformare in azioni concrete, piccole o grandi che siano, il grande clamore mediatico di questo ultimo periodo”, ha spiegato Massimiliano Ventimiglia founder di Onde Alte a StartupItalia. “Vogliamo provare – ha poi aggiunto – a dare un contributo per catalizzare le energie e renderle proposte, progetti”. “Così facendo – ha concluso – proviamo a portarle all’attenzione di una platea di adulti che hanno i mezzi e la forza per fare succedere le cose, se ne comprendono l’importanza. Ci crediamo, ci investiamo direttamente, chiediamo il supporto di tutti per una causa più grande”.
Per un giorno (anzi, 3) protagonisti del proprio futuro
Come? Con un hackathon di 72 ore – tre giorni – che si terrà a Bolzano durante Klimahouse 2020. Un evento nel cuore della città trentina – location ancora da decidere – durante il quale circa 80 studenti (spesati integralmente dall’iniziativa di Onde Alte) discuteranno del proprio futuro provando a sottrarre il palcoscenico agli adulti, proprio come ha fatto Greta all’Onu. Ma non ci sarà posto per filosofeggiare, perché l’hackathon chiederà ai ragazzi, suddivisi in gruppi, di trovare risposte concrete a interrogativi pressanti. Possibilmente dal taglio tecnologico, spaziando con la fantasia a patto di restare nel campo della realizzabilità.
La raccolta fondi
Un progetto, si diceva, a dir poco ambizioso per dimostrare che Greta Thunberg non si nasce, ma si può diventare. E che la scuola deve essere al centro di questa rivoluzione verde così da fare in modo che le nuove generazioni possano dare una mano alla loro coetanea svedese anche con altre modalità, più coinvolte e consapevoli, della semplice presenza in piazza, buttando sul tappeto idee concrete. Insomma, inizino a progettare un futuro realmente alternativo.
Ma, soprattutto, siamo davanti a un progetto dispendioso. Inutile nasconderselo: portare a Bolzano un’ottantina di ragazzi provenienti da tutta Italia completamente spesati di vitto e alloggio richiede fondi. E qui entra in gioco l’impegno collettivo: Onde Alte ha bisogno di ciascuno di noi.
Ecco perché è stata aperta una raccolta fondi sul sito di Rete del dono: senza soldi non si va da nessuna parte e i nostri ragazzi non avranno l’opportunità di mettersi sulle orme di Greta. L’obiettivo è tutt’altro che esoso: 15mila euro. In più, è stata prevista la possibilità di contribuire con somme davvero modeste (anche solo 15 – 20 euro). Dato che c’è in ballo una grande opportunità per 80 studenti, perché non contribuire? Avete tempo fino a fine ottobre.
“Questa è l’occasione perché i giovani possano far sentire la loro voce in un mondo fatto di adulti”, aggiunge Giulia Pezzato di Onde Alte, convinta sostenitrice dell’efficacia di queste maratone dell’intelletto: “Gli hackathon permettono a persone con sensibilità e competenze differenti di fare squadra per arrivare alla soluzione migliore”. Proprio le nuove generazioni, del resto, hanno bisogno di sentirsi parte di un team: “Quando incontriamo i giovani sul territorio, durante le nostre iniziative nel mondo della scuola, spesso ci raccontano della difficoltà nel far sentire la propria voce, che spesso viene considerata dagli adulti di ‘serie B’. Facendo gruppo, unendosi con un obiettivo comune, invece, le nuove generazioni possono far valere la loro opinione e portare le loro istanze all’attenzione di tutta la società, proprio come sta succedendo con i Fridays for Future”.