Dal 5 al 22 novembre riparte Coding Girls, guidate dalle coach americane Anthonette Peña e Emily Bradford, esperte di Computer Science, saranno protagoniste di una staffetta formativa in oltre 60 scuole. Obiettivo coinvolgere più di 10 mila studentesse
La trasformazione digitale è una opportunità professionale straordinaria per le giovani donne che sanno investire in conoscenze strategiche. Ma può trasformarsi in una nuova condizione di svantaggio. Ogni azione verso la parità di genere deve partire dalla scuola e diffondersi nel territorio, nelle università, nelle aziende. La nostra sfida è rendere le ragazze consapevoli del ruolo cruciale che ciascuna di loro può avere nello sviluppo del nostro Paese. Ha dichiarato Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale, in occasione della presentazione al pubblico della sesta edizione di Coding Girls.
Presentata martedì 8 ottobre nella Sala Yung dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, proprio in occasione dell’Ada Lovelace Day, giornata dedicata alla prima coder nella storia, la staffetta formativa dedicata alle ragazze, prevista dal 5 al 22 novembre.
Coding Girls quest’anno si propone di coinvolgere più di 10 mila studentesse in oltre 60 scuole, che guidate dalle coach americane Anthonette Peña e Emily Bradford, esperte di Computer Science, hanno l’opportunità di diventare protagoniste della loro personale rivoluzione informatica, partecipando a hackathon tematiche (conferenze stampa cui partecipano esperti di diversi settori dell’informatica) e imparando i linguaggi di coding per realizzare pacchetti di applicazioni e programmi per il pc.
Una possibilità unica in grado di preparare le ragazze a entrare con convinzione e competenza nel mondo del lavoro.
I dati delle donne (che dovranno reinventarsi)
E’ necessario arginare le diseguaglianze di genere nel settore della tecnologia. Entro il 2030 fra i 40 e i 160 milioni di donne dovranno pensare ad una nuova occupazione oppure riqualificare le competenze in ambito tecnologico per non rimanere escluse dal lavoro. Ad oggi però è donna soltanto il 20% dei lavoratori nella scienza e nella tecnologia e il 35% degli studenti di discipline Stem. Lo evidenzia il rapporto “The future of women at work” del McKinsey Global Institute. In Italia a studiare ingegneria è solo il 26% delle donne, nel settore Ict tra gli specialisti il rapporto è di una donna ogni 6 uomini. Occorre quindi colmare un gap di genere, per cui il nostro Paese è tra l’altro complessivamente 70esimo su 149.
“Questo progetto è importante perché in Italia è difficile che le ragazze si interessino a queste materie, specialmente nei primi anni di età ci fanno credere di essere portate per le materie umanistiche, ma io ad esempio sono sempre stata più brava a programmare che a scrivere. Oggi quello dell’inclusione digitale è un grave problema, la popolazione italiana non ha le basi per utilizzare alcuni servizi erogati in forma digitale.
Per noi donne conciliare lavoro e famiglia e dare sempre il 100% non è facile. Ma se c’è una politica che supporta questa normalità per noi diventa tutto più semplice. L’apporto che una donna dà sul lavoro è fondamentale. Non importa quale tecnologia ci mettono davanti, noi abbiamo la mentalità per poterci approcciare a qualsiasi cosa. Per quanto la tecnologia andrà veloce voi ragazze la saprete gestire e riuscirete a creare i vostri progetti all’interno della società. Noi abbiamo bisogno di giovani che hanno voglia di imparare e voi avete bisogno di un paese che vi accolga”. Ha aggiunto Paola Pisano, ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
“La nostra sfida – spiega Mirta Michilli – è creare una filiera educativa verticale che renda le giovani donne consapevoli del ruolo cruciale che ciascuna può avere nello sviluppo del paese”.
“L’obiettivo è preparare una nuova generazione a rispondere alle esigenze tecnologiche delle imprese – sottolinea Lewis M. Eisenberg, ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia – L’Ambasciata è orgogliosa di essere all’avanguardia e di riconfermare l’impegno al rafforzamento del ruolo delle donne”.
“Coding Girls – evidenzia Barbara Cominelli, direttore Marketing & Operations di Microsoft Italia – è collegato al programma Ambizione Italia per la scuola, per studenti e docenti. Il programma dedica particolare attenzione alle ragazze, affinché approfondiscano le opportunità dell’intelligenza artificiale. Quest’anno sono state raggiunte 500mila persone”. I computer utilizzati per la sfida sono donati da Microsoft.
Tra le ragazze che hanno seguito il programma c’è anche Aurora, che si è avvicinata alla programmazione 4 anni fa grazie ad un progetto di alternanza scuola lavoro, e che poi ha scelto di seguire questa strada studiando bioinformatica.
“Mi ha aperto la mente: la tecnologia è un mondo molto divertente e creativo. Auguro a tutte le ragazze di intraprendere questo percorso perché al giorno d’oggi è fondamentale entrare in una logica di programmazione”.