All’istituto “Marchesini” di Pordenone in classe ci sono anche Atma e Birba, due labrador che aiutano i ragazzi con difficoltà a fare progressi nell’apprendimento
Avete mai avuto per compagno di banco un cane? All’istituto “Marchesini” di Pordenone i ragazzi da qualche tempo fanno lezione con Atma e Birba, due labrador che sono saliti in cattedra per aiutare le relazioni tra i ragazzi. Si chiama “pet therapy” e spesso viene usata, insieme ad altre terapie, per la cura delle disabilità psichiche, fisiche e i disturbi dell’apprendimento. La mission è la formazione della persona nel pieno rispetto della diversità e delle necessità di ciascuno.
Professori a 4 zampe
Lo psichiatra infantile Boris Levinson fu il primo a coniare il termine “pet therapy” per descrivere l’uso di animali da compagnia nella cura di malattie psichiatriche. Levinson aveva notato come alcuni dei propri pazienti stabilissero con sorprendente facilità legami affettivi e cognitivi con il proprio cane. L’animale aveva la funzione di aiutare il bambino ad abbassare le proprie barriere emotive, fornendo un interessante spunto di comunicazione tra paziente e terapista. Al “Marchesini” ci stanno provando grazie ad un esperimento in una classe pilota dove i “professori a quattro zampe” faranno una serie di incontri con gli alunni in sedute singole e collettive. Atma e Birba, addestrate e “diplomate”, sono state accolte dagli studenti con entusiasmo. Un modo diverso di fare scuola che in Italia è usato già in alcuni istituti primari.
Leggere al cagnolino fa bene
Negli anni scorsi alla scuola “San Leonardo Murialdo” nelle classi seconde, grazie all’ente nazionale cinofilia italiana, sono entrati in classe Lucky, un pastore belga con esperienze di relazione con bambini affidatari in una casa d’accoglienza; Kira, Eddy, Alice e Pico. L’attività è servita ad aumentare l’attenzione e la concentrazione durante il lavoro in classe; a favorire le interazioni di gruppo tra gli alunni attraverso delle attività ludiche fatte con l’animale così come a sviluppare il senso di condivisione dell’esperienza con i compagni. E’ ormai riconosciuto anche in letteratura il ruolo della “pet therapy”. La presenza degli amici a quattro zampe è persino di sostegno alle difficoltà di lettura: leggere “al cane” è un’attività che viene sempre più spesso utilizzata nelle scuole perché abbassa il livello di stress, crea un ambiente più familiare e dà maggiore sicurezza al bambino, che invece di rinforzare una difficoltà la supera con maggiore fluidità. Tramite un lavoro progettato in squadra multidisciplinare, i cani possono aiutare anche bambini con disturbi specifici dell’apprendimento sia durante le sedute dagli psicoterapeuti sia in classe.
Curare un animale aumenta la responsabilità
A Cesena, lo scorso anno, il progetto di “pet therapy” è stato promosso nelle scuole dall’amministrazione comunale per stimolare la consapevolezza dei doveri connessi al possesso di un animale. Gli amministratori per trasmettere ai ragazzi il concetto di responsabilità hanno puntato sui cani: prendendosi cura dell’animale, i bambini hanno sviluppato il senso di rispetto per l’altro grazie alla reciprocità della relazione che si viene a creare. Un’innovazione per la scuola italiana, poco aperta fino ad oggi, ad ospitare cani, gatti, cavalli o altri animali.