In Italia solo 12 donne su 1000 si laureano in discipline STEM e il loro stipendio è inferiore a quello dei ragazzi fin dal primo anno. Ne abbiamo parlato a Startupitalia Open Summit
A giugno 2019 il Politecnico di Milano ha rilasciato una ricerca estremamente interessante. Un vero e proprio Bilancio di Genere (potete leggerlo qui) che andava ad indagare il rapporto tra materie STEM e ragazze. Quante ragazze si laureano ogni anno al Politecnico? che risultati conseguono? Rispetto a 10 anni fa la situazione è cambiata?
Ne abbiamo parlato con la professoressa Donatella Sciuto, Prorettore Vicario del Politecnico di Milano, che ha coordianato questa ricerca e l’ha fortemente voluta: “Spesso mi chiedevano dati sulle iscrizioni delle ragazze al Politecnico, ma non avevamo pensato ancora a qualcosa di organico e strutturato. Quest’anno abbiamo pensato fosse arrivato il momento per affrontare il tema in modo più strutturato. La ricerca è un punto di partenza. Come Politecnico abbiamo già intrapreso alcune iniziative per incoraggiare le ragazze a scegliere una carriera in ambito scientifico e per andare a minare ogni tipo di bias culturale e discriminazione”. I dati del Politecnico, come ci ha illustrato la professoressa Sciuto durante SIOS19, raccontano di una situazione in evoluzione e che vede alcune Facoltà in cui la parità di genere è raggiunta, come per esempio la facoltà di Ingegneria Biomedica che vede il 50% di iscrizioni femminili. Ma le differenze tra uomini e donne si fanno sentire anche dopo la laurea: “A un anno dal titolo magistrale meno della metà delle nostre laureate in ingegneria ha un contratto stabile (contro il 57% degli uomini). E il divario si riflette nel livello delle retribuzioni, soprattutto quelle più alte (intorno ai 3.000 euro), dove gli uomini sono il doppio esatto delle donne. A testimonianza che è difficile per le ragazze accedere alle posizioni più ambite, anche se si presentano al colloquio con voti più alti dei loro compagni. Quello che ci ostiniamo a non accettare, in Italia così come in Europa, è che la parità di genere è un elemento funzionale allo sviluppo economico e al benessere di tutti i cittadini. Stime recenti, fornite dalla Banca d’Italia, indicano come la rimozione delle barriere all’accesso all’istruzione e al mercato del lavoro per le donne spieghi, negli Stati Uniti, oltre un terzo della crescita del reddito pro capite tra il 1960 e il 2010. Un’opportunità che non possiamo farci mancare”.
La fotografia in Italia
Partendo dallo spunto importante dato dal Bilancio di Genere di Politecnico, abbiamo pensato di confrontare altre fonti per andare a vedere la situazione su tutto il territorio italiano. La nostra giornalista Cristina Da Rold ha confrontato i dati di AlmaLaurea, il portale che fa da ponte tra l’Università e il mondo del lavoro, quelli di Eurostat l’Ufficio statistico dell Commissione Europea e quelli di The Lancet, rivista scientifica inglese e sono emersi dati interessanti che potete scaricare nella versione completa compilando il form in fondo al pezzo. Ha contribuito all’analisi Valore D la prima associazione di imprese in Italia che da dieci anni si impegna per l’equilibrio di genere e per una cultura inclusiva nelle organizzazioni e nel nostro Paese. “Le donne rischiano di perdere un’occasione storica non scegliendo di studiare le materie STEM, che sono quelle a maggior tasso di occupabilità e remunerazione. Non ci sono “predisposizioni” di genere verso le varie discipline – ha commentato Barbara Falcomer direttore generale di Valore D – e alle ragazze non le mancano certo le competenze tecnico-scientifico. Sono i condizionamenti a scuola e in famiglia che rischiano però di ridurre le loro aspirazioni e l’interesse verso le STEM. C’è bisogno quindi della collaborazione di tutti per invertire questo circolo vizioso”.
Dalla nostra indagine emerge che nel 2018 hanno conseguito la laurea triennale in discipline STEM 16.848 ragazze e 26.202 ragazzi, mentre hanno ottenuto un titolo magistrale 11.456 donne e 17.623 uomini. In totale, quindi nel 2018 si sono laureati in discipline STEM 28.304 ragazze e 43.825 ragazzi.
Rispetto a 15 anni fa, scopriamo che la situazione è progressivamente migliorata: le donne che si laureano in discipline STEM alla laurea triennale oggi sono molte di più di 15 anni fa: 16.848 contro 3.398 del 2004. Una crescita più accelerata rispetto a quella che ha caratterizzato l’intero comparto universitario.
Le donne che si laureano in materie STEM, inoltre, lo fanno con risultati migliori: presentano un voto medio di laurea più alto (103,6 su 110, contro 101,6 degli uomini) e mostrano una maggiore regolarità negli studi. Nel 2017 tra le ragazze il 46,1% ha concluso gli studi nei tempi previsti contro il 42,7% degli uomini.
Scaricate il nostro lavoro per leggere tutti i dati
Abbiamo illustrato tutto questo a StartupItalia Open Summit. Per scaricare la nostra fotografia dei dati italiani compilate questo form.