Secondo i dati del MIUR sono oltre 234.000 gli alunni con disabilità. Per far fronte alle loro esigenze sono in campo 1,4 miliardi per la formazione dei docenti. Un video per sensibilizzare
Riccardo si è diplomato la scorsa estate a Roma. Non ha potuto frequentare la scuola, ma ha potuto seguire le lezioni a casa sua, grazie a un innovativo progetto di istruzione domiciliare dal titolo ‘A casa come a scuola’. A fargli lezione a casa per tre ore a settimana sono stati i suoi compagni, in un progetto partito dall’insegnante di Lettere di Ricky e sostenuto dagli altri docenti. Ricky e i suoi compagni sono i protagonisti del video pubblicato dal MIUR in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità e che arricchisce la campagna social #Rispettaledifferenze. Il tutto nella cornice del Piano nazionale per l’educazione al rispetto lanciato lo scorso 27 ottobre e per il quale sono stati stanziati 8,9 milioni di euro per progetti e iniziative. Intanto, è stato costituito l’Osservatorio permanente per l’inclusione, che si è riunito lo scorso 27 novembre.
Un video per accettare le differenze
Il video fa riflettere – grazie alle parole di Ricky e dei suoi compagni – su cosa voglia dire accettare le differenze in ciascuna persona, senza pregiudizi. “Il rapporto con i miei compagni è stato qualcosa che mi ha arricchito a livello di crescita umana – racconta Ricky nel video – Ciò che mostravo agli altri era molto banalmente ciò che volevo che vedessero di meno”. E alla domanda su cosa vuol dire rispettare le differenze, la risposta è chiara: “Per rispettarle i punti focali sono tre: comprenderle, assimilarle e poi riproporle. Una scuola per tutti, oltre a offrire le stesse possibilità di apprendimento, dovrebbe accogliere tutto quello che gli studenti ma anche gli insegnanti possono dare, ma anche essere istruita nel seguire uno schema preciso”. I punti espressi da Ricky mettono in luce fattori importanti, che delineano bene come la scuola per essere davvero inclusiva debba agire seguendo uno schema preciso che necessariamente passa attraverso la formazione e il gioco di squadra. Solo così si può imparare ad “andare oltre” – come sottolineano i ragazzi nel video – e fare in modo che ognuno abbia le stesse possibilità”. In questo la scuola ha un ruolo a dir poco fondamentale.
Fedeli: “Al centro gli alunni”
“Ascoltare le testimonianze di Ricky, delle sue amiche e dei suoi amici ci consente di porre ancora una volta l’accento sul tema dell’inclusione scolastica – sottolinea la Ministra Valeria Fedeli – L’Italia ha in questo settore una legislazione avanzata che è un fiore all’occhiello. Bisogna fare sempre di più e sempre meglio per rispondere alle esigenze delle ragazze e dei ragazzi con disabilità. Anche per questo abbiamo appena attivato un Osservatorio che accompagnerà tutto il percorso di attuazione della legge 107, mettendo al centro l’interesse di alunne e alunni e le loro esigenze, aumentando il protagonismo delle famiglie nei processi di inclusione. Ma non dobbiamo mai dimenticare quanto la scuola italiana ogni giorno si impegni per offrire una risposta a oltre 234.000 studentesse e studenti con disabilità, anche grazie al supporto di più di 138.000 insegnanti di sostegno”.
Oltre 234.000 gli alunni con disabilità
Attualmente, secondo i dati forniti dal MIUR, gli alunni con disabilità nelle scuole statali sono 234.658, mentre gli insegnanti di sostegno quest’anno sono138.849. È stato pertanto ridotto il rapporto di 1:2, cioè di un insegnante specializzato per due alunni con disabilità: il rapporto medio è ora pari a 1:1,69. Nell’anno scolastico 2017/2018 il numero di insegnanti di sostegno (deroghe comprese) è aumentato di oltre 14.000 unità, mentre nel 2016/2017 c’era stato un aumento di 7.500 unità. Pertanto, il numero di posti di sostegno garantiti (fra posti di diritto e deroghe), dall’anno 2015/16, è aumentato di 21.849 unità. Per permettere agli alunni con disabilità di avere pari opportunità è necessario un piano coordinato e continuativo. Si dovrà dunque potenziare la prospettiva introdotta dall’ International Classification of Functioning, Disability and Health, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che vede come fondamentale l’interazione tra fattori ambientali, personali e le condizioni di salute della persona. Quanto più sono ridotte le barriere (architettoniche ma anche culturali, ambientali e sociali) e potenziati i ‘facilitatori’, tanto maggiore sarà l’inclusione scolastica.
1,4 miliardi dedicati alla formazione
Il MIUR si sta muovendo in questa direzione. Entro marzo, saranno elaborate le Linee guida sull’ICF a scuola. Famiglie, sanità e scuola dovranno elaborare congiuntamente un ‘profilo di funzionamento’ per individuare e azzerare le barriere. Inoltre, deve essere definito con chiarezza il profilo professionale dell’assistente alla comunicazione e all’autonomia. La parola chiave è insomma la ‘formazione’ di persone qualificate. La formazione iniziale prevede due anni e mezzo di studio sull’inclusione. Ma grande importanza si sta dando alla formazione permanente in servizio, prevista dalla legge 107/2015. Il piano nazionale per la formazione degli insegnanti presentato a ottobre 2016 prevede un investimento di 325 milioni di euro per la formazione in servizio degli insegnanti, obbligatoria. A queste risorse si aggiungono gli 1,1 miliardi della Carta del docente, per un totale di 1,4 miliardi, stanziati nel periodo 2016/2019 per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale del corpo insegnante. Saranno coinvolti nel Piano di formazione tutti i 750.000 docenti di ruolo e sono previste azioni formative per tutto il personale scolastico. Uno specifico asse è dedicato all’inclusione scolastica. Per il personale della scuola sono stati organizzati diversi corsi di alta formazione. In particolare, sono stati attivati 70 master sui DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) e 40 su diverse tipologie di disabilità, per un totale di 110 master finanziati dal Ministero.
L’esperienza di una scrittrice
Accettare le differenze proprie e degli altri, arricchendosi con esse. Questo è il concetto che deve essere alla base della crescita personale e sociale. A pensarla così è anche Giovanna Ceriotti, scrittrice. Giovanna ha dato vita alla trilogia di Sugar Coniglio, il coniglietto azzurro simbolo dell’integrazione e dell’accettazione delle differenze, oltre che ai romanzi per ragazzi ‘Estate sull’isola a farfalla’ e ‘Tutto per un comodino’. Recentemente ha pubblicato il suo primo romanzo di narrativa per adulti ‘Con occhi pieni d’infanzia’. Giovanna incontra da anni i ragazzi delle scuole per parlare di integrazione e rispetto delle differenze.
“La mia è solo l’esperienza fatta sul campo come scrittrice che molte volte ha varcato la soglia delle aule di scuola primaria e secondaria per incontrare i bambini. Le situazioni più coinvolgenti non sono quelle con i bambini perfetti e ordinati ma quelle in cui è tangibile la diversità. Sarà banale, ma diversità è per definizione arricchimento. E se ad arricchire sono i bambini di cultura diversa (in una classe mi sono incantata ad ascoltare un bambino del Burkina Faso che spiegava durante l’ora di geografia ai compagni il Trentino!), a maggior ragione lo sono i piccoli con disabilità. Le stesse insegnanti mi hanno testimoniato la coesione tra i bambini creata dalla presenza di un compagno con difficoltà motorie o autistico. Aiutare un compagno li rende più maturi, più consapevoli della vita. Mi è capitato di pranzare con i bambini in mensa e mi sono commossa per una ragazzina già matura che sapeva come abbracciare il suo compagno autistico per tranquillizzarlo. E lo faceva con naturalezza. Ho toccato con mano il superamento delle diversità, l’altruismo spontaneo. Poche parole, ma gesti che parlano da soli”.