Il Competitiveness Council dell’Unione Europea ha deciso di intraprendere la strada della consivisione della conoscenza. Tutti i documenti dei progetti di ricerca potranno presto essere accessibili a tutti in maniera gratuita in rete
Mancano quattro anni al 2020. E in questi quattro anni tutto il sapere scientifico europeo dovrà andare online, disponibile per essere consultato da tutti. Un obiettivo irragiungibile? Forse. Ma al Competitiveness Council l’Unione Europea ha deciso di intraprendere la strada della condivisione della conoscenza. E pure in fretta. Open access sarà quindi la parola chiave del nuovo corso della scienza europea, almeno per quanto riguarda i rapporti prodotti dai progetti di ricerca finanziati con fondi pubblici, anche se solo in parte.
Accesso gratuito al sapere
Questa decisione non è il risultato di una ricerca innovativa o la scoperta di un nuovo metodo per salvare delle vite, ma si tratta comunque di un passaggio che assomiglia a una rivoluzione: porrà fine al modello della sottoscrizione di un abbonamento per consultare i documenti delle riviste scientifiche e eviterà le disparità di accesso al sapere, come il meccanismo dell’embargo che fa dei mezzi di informazione dei veri e propri intermediari. Fisica, astronomia, biologia, chimica, matematica, ingegneria. Ogni utente avrà la possibilità di leggere in maniera autonoma e gratuita i contributi degli esperti del settore e le loro scoperte in rete.
«Una mossa che cambia la vita»
Il commissario europeo per la ricerca, la scienza e l’innovazione Carlos Moedas ha definito questo indirizzo «una mossa che cambia la vita». Nel frattempo, però, c’è anche chi sottolinea come il processo che porterà online tutti i rapporti scientifici non sarà facile da far partire e mandare avanti. Soprattutto perché la commissione europea non ha ancora definito la strategia per raggiungere la meta del 2020: «I mezzi sono in qualche modo vaghi, ma la determinazione a realizzare l’obiettivo di avere tutti gli articoli scientifici accessibili gratuitamente entro il 2020 è la benvenuta», ha detto Stevan Harnad dell’Università del Québec in Canada, da sempre sostenitore dell’open access.
La sfida impegnativa dell’open access
L’attuale situazione delle risorse scientifiche in rete fa pensare che per arrivare vittoriosi al 2020 serva tutto l’aiuto possibile. E ogni contributo da parte di chi lavora nelle discipline Stem è bene accetto. L’Olanda che è la nazione più avanzata in materia di open access aveva individuato il 2024 come il termine entro il quale mettere a disposizione in rete solo le risorse nazionali. Ma l’orizzonte dell’Unione è molto più ampio e mira a realizzare un archivio scientifico aperto a livello europeo.