La ceo dell’organizzazione non profit attiva in tutto il mondo nel settore dell’istruzione spiega a StartupItalia! gli strumenti lanciati per sostenere il sistema educativo italiano nell’avvicinare le classi al mondo dell’impresa
L’educazione imprenditoriale è una materia a cui non siamo abituati, ma che molti degli studenti italiani cominciano a studiare proprio come se fosse la matematica o la geografia. Le lezioni non sono fatte sui libri, ma sono frutto di un confronto con chi l’impresa la fa davvero e può quindi trasmettere competenze come la creatività e l’innovazione, la capacità di risolvere problemi, l’abilità organizzativa. Di tutto questo si occupa in Italia e nel mondo Junior Achievement, l’organizzazione non profit che ha come obiettivo il rinnovamento nel settore dell’istruzione. Miriam Cresta, che di Junior Achievement Italia è ceo, spiega a StartupItalia! gli strumenti e il metodo che hanno anticipato la rivoluzione nel mondo della scuola.
Miriam Cresta, ceo di Junior Achievement Italia
Il programma Impresa in azione
«Molto prima che la legge 107 imponesse agli studenti italiani l’alternanza scuola-lavoro, Junior Achievement ne aveva capito l’importanza e aveva fornito una metodologia concreta per permettere di avvicinare le classi al mondo reale», dice. Per gli istituti superiori JA dal 2004 ha lanciato il programma Impresa in azione grazie al quale l’educazione imprenditoriale è entrata nella didattica tradizionale, permettendo alle classi di diventare delle mini imprese. Il tutto in un percorso di 80-120 ore da svolgere al terzo, al quarto o al quinto anno delle superiori come parte delle ore previste dall’alternanza. Le scuole hanno tempo fino al 20 novembre per iscriversi. «Il numero di studenti coinvolti in questo tipo di progetto si è triplicato in seguito all’introduzione della legge 107 e ha raggiunto quota 18mila, per un totale di 800 classi in 14 regioni», continua la ceo di Junior Achievement.
La formazione degli insegnanti e il cambio di passo culturale
Tutto parte comunque dalla formazione offerta agli insegnanti che viene accreditata anche sulla piattaforma Sofia del Miur. La preparazione dei docenti è una delle fasi considerate più importanti dall’organizzazione, soprattutto perché la rivoluzione della didattica tradizionale non è accettata da tutti. «È un periodo di forti polemiche riguardo all’alternanza scuola-lavoro dato che le scuole e le imprese non sono culturalmente preparate a questo nuovo modo di insegnare. In generale, però, si tratta di un’iniziativa positiva che ha bisogno di un periodo di assestamento».
Come migliorare l’alternanza scuola-lavoro
Il programma del governo ha coinvolto sia gli istituti tecnici e professionali che i licei con 400 e 200 ore rispettivamente di alternanza scuola-lavoro. «Forse l’unico punto da migliorare in questo progetto che è partito subito sui grandi numeri è la consapevolezza che non in tutto il territorio nazionale è possibile rispondere allo stesso modo alle indicazioni di legge, dato che non c’è uniformità nel tessuto imprenditoriale», osserva Miriam Cresta che aggiunge: «È per questo che è necessario prendere in considerazione modalità alternative per fare l’alternanza e creare più contesti in cui insegnanti e imprenditori possono lavorare insieme per la formazione dei ragazzi». Le alternative di cui parla Miriam Cresta sono proprio le organizzazioni intermediarie come Junior Achievement che cercano innanzitutto di far capire agli insegnanti che un’ora dedicata all’alternanza non è un’ora sottratta alle loro materie, ma è un momento di crescita fondamentale per gli studenti.
Imprenditori in classe
Junior Achievement è presente in tutta Italia. In alcune aree del paese, come Lombardia, Veneto, Campania, Calabria, Liguria, Toscana, Lazio, è riuscita a creare una rete di imprenditori disponibili a portare la propria esperienza nelle scuole. L’invito a nuovi volontari per colmare il gap e coinvolgere le zone meno coperte è, però, sempre valido.