La startup utilizzerà i fondi per completare la costruzione dell’impianto dimostrativo della CO2 Battery in Sardegna
Energy Dome, startup italiana fondata nel 2019, operante nel settore dello stoccaggio di energia elettrica su larga scala e lunga durata, ha completato un aumento di capitale da 10 milioni di euro. L’azienda utilizzerà i fondi per completare la costruzione dell’impianto dimostrativo della CO2 Battery in Sardegna e per accelerare la crescita del business. La startup è stata fondata dall’imprenditore Claudio Spadacini. In meno di due anni, il team di ingegneri di Energy Dome ha trasformato un’idea imprenditoriale in un’azienda con brevetti registrati e un impianto dimostrativo da 2.5MW x 4Mwh, ora in fase di costruzione in Sardegna, pronto ad essere reso operativo entro il primo trimestre del 2022.
L’operazione, che si è configurata tramite l’emissione di un prestito convertibile, è stata guidata dal Fondo Evoluzione di CDP Venture Capital Sgr e da Barclays (già azionista di Energy Dome), attraverso il programma Sustainable Impact Capital, che investe in early-stage impact startup con l’obiettivo di accelerare la transizione green. Al finanziamento ha partecipato anche il family office svizzero Novum Capital Partners, già azionista di Energy Dome. La startup, dall’avvio dell’operatività avvenuto nel febbraio 2020, anche in seguito alla chiusura di questa procedura, ha raccolto complessivamente capitali per circa 25 milioni.
Il bridge round in oggetto, precede il Series B, pianificato per fine 2022 e segue il Series A che la società ha chiuso a novembre 2021, in cui l’azienda aveva raccolto 10 milioni di euro. Il Serie A è stato guidato da 360 Capital e vedeva tra gli investitori Barclays, Novum Capital Partners e Third Derivative.
Il rapido sviluppo tecnologico di Energy Dome ha consentito all’azienda di completare l’impianto dimostrativo commerciale da 2,5 MW / 4 MWh in Sardegna e di concludere il de-risking tecnologico della CO2 Battery. Energy Dome è così arrivata alla fase di commercializzazione a livello globale. Il finanziamento ponte consentirà alla società di accelerare la penetrazione sul mercato internazionale della sua tecnologia e permette di acquistare le turbomacchine necessarie alla realizzazione del primo impianto di stoccaggio su scala industriale da 20 MW / 200 MWh, con durata di 10 ore.
Inoltre, per questo primo progetto è stato firmato un Memorandum of Understanding con A2A, multiutility italiana basata a Milano e Brescia e quotata a Piazza Affari. Il processo di stoccaggio di energia a emissioni zero di Energy Dome utilizza CO2 come fluido di lavoro in un ciclo chiuso, permettendo un accumulo di energia rinnovabile con durata da quattro a ventiquattro ore per poi dispacciarla in rete quando necessario. Questo servizio è l’elemento mancante per attuare la transizione energetica ed eliminare la produzione di energia elettrica da fonti fossili.