Dall’idea di Fabrizio Perrone, già imprenditore di successo, nasce 2WATCH la startup innovativa (con sede a Napoli) e che in pochi mesi ha già riscosso un notevole interesse da parte dei big del settore e che si occupa dell’intrattenimento legato ai videogiochi.
Fabrizio Perrone, nel 2019 entra nella classifica dei 20 innovatori italiani di Forbes e tra i più promettenti under 40 secondo Fortune. Founder seriale: dal 2007 fonda diverse aziende, tra cui Buzzoole. Nel novembre 2020 lancia 2WATCH una startup innovativa (con sede a Napoli) e che in pochi mesi ha già riscosso un notevole interesse da parte dei big del settore e che si occupa dell’intrattenimento legato ai videogiochi.
Per farlo, la startup partenopea 2WATCH, ha allestito degli studi televisivi per realizzare format dedicati al mondo del gaming: talk show, rubriche, telegiornali, podcast, videocorner ed anche un reality show, il tutto inserito un un palinsesto da tv di intrattenimento. Per raggiungere il pubblico dei più giovani, la startup ha realizzato anche un’applicazione che permette agli utenti di organizzare tornei per sfidarsi sui videogiochi più famosi ed è in grado, grazie ad un algoritmo proprietario, di riconoscere gli utenti con maggiore talento e selezionarli per un eventuale percorso di formazione per diventare uno streamer o un player di successo nel mondo eSports.
Fabrizio com’è nata l’idea di 2watch?
Premetto che degli eSports sono un grande appassionato (da ragazzino passavo ore infinite a giocare a Fifa. Negli ultimi anni, mi sono avvicinato ancora di più a questo mondo, ho fatto investimenti, ho collaborato con qualche fondo e dopo un attento scouting ho individuato in Gamerwall la startup che organizza tornei eSports per universitari, un potenziale partner con cui collaborare. Inoltre, vedo molte delle sfide già affrontate con Buzzoole, 8 anni fa quando abbiamo sdoganato (in Italia non ci credeva nessuno) il concetto di influencer come figura professionale. La stessa cosa, prevediamo accadrà negli eSports dove oltre ai gamers, si affermeranno sempre di più professioni come i caster, gli analyst, e i coach degli eSports.
Quali sinergie sono nate con Gamerwall?
In loro vedevo un approccio molto efficace sul modo del casual gamer, complementare alla nostra vision che vede il vero business intorno agli eSports non sta tanto in chi li gioca, ma in chi li guarda. Ecco quindi l’idea di acquistare Gamerwall e inglobarli dentro 2WATCH. Poichè il concetto di Sportainment è ormai noto a tutti, ecco l’idea di creare un canale tematico, una piattaforma per la gestione delle competizioni che uniti a tecnologia e background già presenti nel mio team, riescono a porci come un player importante per le aziende.
Un mondo gli eSports, che vede molti giovani interessati, cosa avete in mente per loro?
Lanceremo l’University League – un torneo che vedrà la partecipazione di oltre diecimila studenti provenienti da diverse università italiane e che darà la possibilità di sfidarsi su due videogames e, a seconda della media universitaria, accumulare un punteggio. I vincitori si aggiudicheranno due borse di studio dal valore di 3.500,00 mila euro (l’una) e la possibilità di entrare nel bacino di giocatori e streamer di “2WATCH”. Tutta la competizione sarà trasmessa in live sui nostri canali ufficiali.
Qual è la situazione eSports in Italia?
Gli attori in Italia sono ancora pochi: al netto degli organizzatori di tornei e di qualche team che a fatica fattura qualche centinaio di euro, c’è quasi nulla. Allargando il discorso in Europa stiamo ancora parlando di un mercato di nicchia a parte la Germania dove gli eSports sono già sdoganati. l’Italia però, è il Paese con il più alto tasso di crescita, con già 6 milioni di persone appassionate di eSports. Da qui a 3 anni, gli analisti del settore, prevedono un’esplosione importante, facilitata dalle Olimpiadi del 2024 che stando alle notizie, dovrebbe avere o una disciplina dedicata agli eSports, oppure un’Olimpiade a parte.
Talkshow, telegiornali, podcast, ma parlarci di questo reality show che dovrebbe partite con la vostra già ricca programmazione.
Non posso ancora “spoilerare” troppo, ma quello che posso dire è che se vogliamo differenziarci ed essere attrattivi per i singoli streamer, l’unico modo è proprio quello di scrivere dei format originali con loro e per loro. Quello che possiamo fare noi, è mettere a disposizione uno studio, una regia, per tutta la parte di produzione di contenuto che per noi avrà un taglio più da entertainment sulla scia di quanto già fatto da Venn, la tv americana degli eSports.
E le aziende italiane come stanno rispondendo alla vostra proposta?
In questo ultimo periodo c’è un fermento incredibile. Ci sono tantissime aziende che sono curiose, vogliono sapere, vogliono incontrarci, non ci capiscono molto e vogliono essere guidati da qualcuno che conosce il settore. C’è tantissimo hype e noi siamo qui per questo. Abbiamo raccolto l’entusiasmo di industry come telco, finance, tecnologia, food – non dimentichiamo che gli eSports sono il mezzo, noi permettiamo al brand di raggiungere un’audience specifica grazie ai nostri asset (il nostro canale e la nostra piattaforma tornei).
Per chiudere uno sguardo al futuro: come sarà quello degli eSports e di 2WATCH?
Ti ricordi Mai dire gol per il calcio? Ecco io me lo immagino così il futuro degli eSports: con l’intrattenimento e i videoghi che si intrecciano sempre di più, in quanto assolutamente compatibili. Io vedo anche molto interesse da parte dei club sportivi che devono recuperare il terreno sulle nuove generazioni sempre più interessate agli sport da videogiochi e meno a quelli allo stadio di cui consumano sempre di più highlights perchè annoiati dalla lunghezza delle partite. E per quanto riguarda 2WATCH, mi auguro diventi l’attore principale nel mercato italiano e perchè no anche in altri Paesi d’Europa e che avvicini l’audience, educandola al mondo degli eSports