Nata a Valencia, acquista biciclette usate per rimetterle a nuovo e venderle in tutta Europa. La startup spagnola sogna di diventare l’e-commerce di riferimento europeo del ricondizionato
Per chi è appassionato di ciclismo, avere tra le mani (anzi tra i piedi) una buona bicicletta è la prerogativa necessaria per fare sport. Allo stesso tempo, biciclette super performanti da corsa spesso hanno costi notevoli. Perché, dunque, non comprarla ricondizionata? In Spagna c’è una startup che dal 2014 si occupa proprio di ricevere e ricondizionare biciclette usate rispettando gli standard fissati dall’Unione Europea in termini di garanzia, sicurezza e affidabilità. Nata dall’intuizione di Ismael Labrador e Alejandro Pons, Tuvalum da Valencia è andata alla volta della Francia e dell’Italia, due mercati molto simili a quello nativo, dove il ciclismo è uno sport praticato e seguito. Quello che un tempo era un marketplace, oggi è un e-commerce.
Tuvalum si occupa di raccogliere biciclette usate per trasformarle in bici da corsa o città, mountain bike o e-bike ricondizionate. Disponendo di un’officina interna specializzata e di un centro logistico potenziato, è in grado di fornire un servizio sempre più personalizzato ed efficiente e di coprire richieste da tutta Europa, finalizzando ogni transazione entro un massimo di cinque giorni. Tuvalum ha recentemente chiuso un round da tre milioni di euro guidato da Demium e Athos Capital che consentirà alla startup di accelerare il proprio business in tutta Europa, garantendo una qualità sempre più alta e prodotti certificati. Abbiamo intercettato i fondatori per capire come funziona esattamente questo e-commerce che vuole conquistare tutta Europa.
Perché Tuvalum lavora nel settore della seconda mano?
Crediamo, anzitutto, che sia una scelta che guarda alla sostenibilità e che possa fare la differenza nel settore del ciclismo. Le biciclette che proponiamo, infatti, sono di seconda mano ma praticamente nuove in quanto le rimettiamo completamente in piedi garantendo sicurezza, affidabilità e il rispetto delle normative UE che si applicano al nuovo. Si tratta di biciclette di prima categoria che ancora non sono giunte al fine vita e che garantiamo per 12 mesi con la possibilità, nei 18 mesi successivi, di poterle restituire.
Quando è nata Tuvalum?
Abbiamo iniziato a mettere in piedi Tuvalum alla fine del 2014, quando, analizzando le tendenze di mercato, abbiamo notato che la seconda mano stava prendendo sempre più piede negli Stati Uniti e in Europa, anche se nel nostro continente questo concetto era sempre associato a una sorta di pregiudizio: non ti puoi permettere il nuovo e, allora, compri qualcosa di seconda mano. Allo stesso tempo, vendi qualcosa perchè non è più in buono stato. Nel 2014 le transazioni che avvenivano online non sempre andavano per il meglio perchè spesso mancava qualcuno che controllasse che il prodotto realmente fosse in buono stato. Inoltre, se poteva comunque funzionare bene per l’acquisto di una lampada o di una bottiglia, lo stesso non si poteva dire per una bicicletta. Chi garantiva che il prodotto era realmente buono?
E poi che cosa è successo?
Negli Stati Uniti stavano iniziando a comparire startup che si occupavano proprio di garantire la qualità del prodotto e gestire le transazioni. Così ci confrontammo con alcuni ciclisti che avevano comprato o venduto via internet biciclette, gruppi di Facebook e app del second hand; la maggioranza degli utenti aveva avuto esperienze negative. In quel momento è nata Tuvalum, per rispondere alle richieste di garanzia e sicurezza che molti e-commerce non offrivano, gestendo le transazioni, la raccolta e facendo revisioni a tutte le biciclette per comprovarne lo stato e garantire l’autenticità. Vagliare il numero di serie è stato, sin da subito, uno dei nostri punti fermi, per evitare la vendita di biciclette rubate. Così siamo andati avanti come modello di marketplace: i venditori pubblicavano le proprie biciclette e nel momento in cui un potenziale compratore si mostrava interessato, ne testavamo i meccanismi.
Quando siete passati da marketplace a e-commerce?
L’anno scorso abbiamo deciso di convertirci. Siamo noi che compriamo direttamente la bicicletta, la ricondizioniamo e la vendiamo. Stiamo creando una nuova categoria: quella delle biciclette usate sopposte a controlli, ammodernate e vendute secondo i requisiti imposti dall’Unione Europea per le biciclette nuove. Le parti che pensiamo che debbano essere cambiate le vendiamo e le sostituiamo. Questa nuova categoria è sostenibile e contribuisce a creare una nuova economia circolare nel settore del ciclismo. Per il momento, questa validazione – così come la messa a terra di nuove bici – viene effettuata nel nostro laboratorio di Valencia con biciclette che provengono essenzialmente da Spagna e Portogallo.
Quale è il vostro target?
Trattiamo principalmente biciclette a uso sportivo di gamma alta e media, da strada, da montagna ed elettriche. Il nostro target è il ciclista che incontri il weekend per strada alle 8 di mattina. Per la vendita, è necessario compilare un formulario via web con le caratteristiche della bicicletta, poi non resta altro da fare: noi ci incarichiamo di tassare la bici e proponiamo un’offerta sulla base del valore di questa e del prezzo di mercato. Una volta che si accetta, si firma un contratto di compravendita e si riceve a casa tutto il necessario per imballare la bicicletta. Quando noi la riceviamo, la revisioniamo. Se è tutto nella regola, spediamo il denaro sul conto dell’utente. Grazie ad un recente accordo con Soisy, inoltre, gli utenti delle due ruote che accedono a Tuvalum hanno anche l’opportunità di finanziare il proprio acquisto fino a 24 mensilità.
Quali altri mercati per voi sono interessanti?
Ora puntiamo a consolidare questo modello in Europa e trasformare l’industria delle biciclette. Per noi l’Italia è un mercato chiave, maturo e uno dei Paesi dove più si pratica ciclismo in Europa. La nostra intuizione sulla crescita del mercato dell’usato è stata giusta, oggi si richiede, però, sempre più qualità e garanzia, verso caratteristiche che sempre più si avvicinano a un nuovo business model. Vorremmo andare esattamente in questa direzione e diventare i player numero uno nel mercato delle biciclette ricondizionate in Europa. Dalla Spagna, Francia e Italia, mercati dove già siamo presenti, vogliamo allargarci a tutta Europa.