La richiesta dopo lo stop al pagamento in criptovalute per le Tesla
Elon Musk, l’imprenditore fan delle criptovalute, chiede l’introduzione della carbon tax per spingere il settore energetico sempre di più verso le fonti rinnovabili. Sarebbe questa l’unica strada per trasformare anche il mining dei bitcoin in un’attività meno impattante sull’ambiente. Il CEO di Tesla, che pochi mesi fa aveva dato il via libera ai pagamenti in bitcoin per chi volesse acquistare una delle sue auto elettriche, ha fatto retromarcia: l’opzione tornerà disponibile soltanto quando le operazioni non dipenderanno dalle fonti fossili. Sul tema il dibattito è tutt’altro che pacifico: da una parte c’è chi sostiene che il mining sia davvero troppo inquinante, altri invece sottolineano che il ricorso alle rinnovabili stia prendendo sempre più piede.
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Carbon tax: la linea Musk
Come si legge su Teslarati, sito molto attento alle faccende muskiane, l’imprenditore sudafricano avrebbe già fatto presente la sua proposta all’amministrazione Biden. L’introduzione di una simile norma, che vada a disincentivare l’utilizzo delle fonti fossili, è stata però definita complessa dalla Casa Bianca, nonostante nel programma con cui l’attuale presidente USA si era presentato alle elezioni mobilità elettrica e sostenibilità abbiano avuto un ruolo centrale. In un’intervista rilasciata per TED nel 2017, Musk aveva tracciato questo scenario: in futuro tutto si muoverà grazie all’energia elettrica, tranne i razzi.
It is high time there was a carbon tax!
— Elon Musk (@elonmusk) May 13, 2021
Da questo punto di vista Elon Musk è consapevole che l’introduzione di una carbon tax andrebbe anzitutto a pesare sulle casse di SpaceX, la sua (ex) startup aerospaziale. «Anche SpaceX pagherebbe una carbon tax – le sue parole durante un’intervista con Joe Rogan – Non è che non dovremmo avere cose che generano emissioni. È solo che ci deve essere un prezzo per questa roba».
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Carbon tax nel mondo
Anche in Italia, uno dei paesi più motorizzati a livello europeo, si parla da tempo dell’ipotesi della carbon tax. Nel mondo, intanto, sono diversi gli stati che hanno tradotto sensibilità green in norme: in questo approfondimento di Repubblica si scopre che il primo paese a introdurre leggi simili è stata la Finlandia nel 1990, seguita poi da Svezia, Norvegia e Danimarca nei due anni successivi. Ad oggi quasi il 6% delle emissioni di CO2 globali viene tassato. Gli esperti sostengono comunque che questa non sarebbe una norma risolutiva: è infatti necessario accompagnare la transizione ecologica rendendo al tempo stesso competitivi e accessibili le alternative. Come, lentamente, starebbe accadendo per la mobilità elettrica.