L’intervista a Salvatore Macrì, Country Manager di CertiDeal. L’azienda francese, attiva anche in Italia, ha rimesso sul mercato mezzo milione di cellulari. Ne abbiamo testato uno
«Lo smartphone ricondizionato diventerà come l’auto di seconda mano. Tra qualche anno, grazie soprattutto alle nuove generazioni attente all’ambiente, costituiranno il 20% del mercato». Salvatore Macrì è Country Manager di CertiDeal, azienda francese fondata nel 2015 e che opera in un segmento della second hand economy promettente. Parliamo di elettronica e, nello specifico, di smartphone ricondizionati che possono di gran lunga soddisfare per performance un nuovo proprietario, evitandogli così una spesa maggiore e limitando il consumo di pattumiera tech. Secondo infatti un report del 2020 delle Nazioni Unite ogni anno ciascun abitante del pianeta consuma, in media, 7,3 kg di spazzatura tecnologica, tra smartphone, stampanti e altri oggetti. Il problema alla base è che in pochissimi la riciclano in maniera corretta. Vediamo dunque come è nata CertiDeal e su che basi intende avere un impatto sul mercato.
Laure Cohen e Yoann Valensi sono i due cofondatori di CertiDeal, impresa da 70 dipendenti con un’età media di 26 anni. «Prima di fondare l’azienda hanno lavorato per una società che aveva creato un’app per ridurre i costi delle chiamate internazionali. Il problema era che per testare l’app occorreva acquistare device di seconda mano. Si sono resi conto dell’elevata differenza di standard. Hanno così pensato che si poteva far qualcosa per sollevare l’asticella della qualità».
Abbiamo testato uno dei dispositivi in catalogo di CertiDeal, l’iPhone 11 Pro Max. Assicurato in una scatola in carta riciclata – aspetto che ben si allinea con la mission di economia circolare – la prima impressione è stata subito ottima. Nessun graffio sullo schermo, così come nessun sbavatura nella parte posteriore, con le tre fotocamere in perfette condizioni. All’accensione tutto ci sembrava davvero come se stessimo unboxando uno degli ultimi dispositivi sfornati da Cupertino.
Come si ricondiziona uno smartphone
Sul portale di CertiDeal è disponibile una buona fetta del catalogo iPhone (dal 12 al 6, mentre scriviamo) e smartphone di Samsung. Il ricondizionamento non si limita però a questi device: l’azienda offre anche Mac, iPad e altri accessori come Airpods e caricabatterie. Chiude il menu la sezione “imperfetti” perché, come recita il sito, nessuno è perfetto. A differenza degli smartphone ricondizionati, questi hanno difetti di sistema come, ad esempio, l’assenza di Face ID e Touch ID. E sono disponibili a un prezzo ancor più scontato. «Al momento – spiega Macrì – siamo attivi in Francia, Italia, Spagna, Belgio, Portogallo e Svezia. A livello globale abbiamo toccato i 170mila ordini, il 60% dei quali in Francia».
Da Vinted a Wallapop, gli ultimi anni hanno dimostrato le potenzialità della second hand economy. Così come la doggy bag viene sempre più richiesta al ristorante per non sprecare il cibo, allo stesso modo si accetta di buon grado l’idea di acquistare sul mercato quel che altri non vogliono più. Da un certo punto di vista può essere interpretato come un correttivo al consumismo al quale, come utenti, siamo stati abituati. Se è vero che l’obsolescenza programmata ha costretto moltissimi consumatori ad abbandonare dispositivi perché pochi anni dopo l’acquisto non funzionavano più a dovere, il cellulare resta ancora un prodotto di tendenza. I modelli vengono rinfrescati di continuo dalle aziende per i fan che cambiano dispositivo ogni anno.
Da dove arrivano gli smartphone di CertiDeal
A differenza di altri portali dove la piattaforma fa da tramite tra domanda e offerta, CertiDeal gestisce l’intera filiera. E, altra caratteristica da evidenziare, al momento non sta ritirando gli smartphone dai privati. «Abbiamo in previsione dal 2023 di offrire la permuta vecchio per un nuovo: è una parte importante dell’economia circolare». Da dove viene alimentato dunque il magazzino dell’azienda francese? «I cellulari arrivano dagli Stati Uniti, dove le compagnie offrono piani e abbonamenti con la possibilità di cambiare spesso il modello. Noi li acquistiamo direttamente da AT&T, uno dei principali operatori».
Ma la batteria?
Tra le specifiche sul quale CertiDeal punta è il controllo qualità, andando ad analizzare ciascun dispositivo per evitare ogni tipo di problema (600 quelli esaminati ogni giorno). «Una volta arrivati verifichiamo anzitutto se sono bloccati, se ci sono denunce per furto, se rientrano in qualche blacklist. Terminata questa fase – prosegue Macrì – la palla passa ai tester: 32 test manuali vengono effettuati da un collaudatore mentre altri 20 sono svolti in automatico. Si verificano bluetooth, giroscopio, telecamera, ricezione della scheda, pixel morti, livello della batteria. A volte si deve riparare il microfono o il connettore per la ricarica. La capacità minima della batteria che garantiamo è all’80%».
E, a questo proposito, torniamo a parlare del nostro dispositivo testato. Dopo alcune settimane di utilizzo la batteria regge anche oltre le 24 ore, con un media giornaliera di utilizzo di oltre otto. L’autonomia, al netto di altre specifiche come la qualità della fotocamera, rappresenta per molti professionisti un elemento fondamentale, che dà sicurezza per affrontare giornate di call, messaggi, mail senza l’appoggio di una presa della corrente.
Secondo Persistance Market Research il mercato globale degli smartphone ricondizionati passerà dai 50 miliardi di dollari del 2020 ai 144 miliardi del 2031. Fin dalla sua fondazione CertiDeal ha ricondizionato mezzo milione di cellulari. «Nell’80% dei casi i nostri device hanno tutti prodotti originali. Quando non riusciamo a reperirli, recuperiamo altrove le componenti». L’ultimo aspetto sul quale punta l’azienda è la garanzia, di due anni (periodo notevole per un prodotto ricondizionato). «Il fatto di poter gestire l’intera filiera ci dà la possibilità di stabilire una garanzia di qualità elevata. Sul mercato italiano che è in media di 12 mesi. Ciò sta a dimostrare il fatto che siamo davvero sicuri della qualità del prodotto che vendiamo. E infatti il tasso di reso è intorno al 2,5%».