La transizione ecologica tocca anche il trasporto navale
A livello globale, quello dei trasporti marittimi è tra i settori più inquinanti. Pesa per il 3% delle emissioni. Diversi armatori hanno l’obiettivo ambizioso di venire comunque incontro alle nuove esigenze di transizione ecologica. E per farlo le navi elettriche sono una possibile strada. Tra le realtà impegnate su questo fronte c’è la danese Maersk, la cui sussidiaria Maersk Supply Service ha battezzato una nuova iniziativa. Si chiama Stillstrom e punta a diventare un’impresa di stazioni di ricarica elettrica offshore, ovvero in mezzo al mare. A livello pratico, come si legge anche sul sito di Motus-E, questa tecnologia avrà la forma di boe a cui le navi si agganceranno per ricaricarsi e dipendere meno dal carburante.
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Se già non è facile la transizione ecologica per quanto riguarda il parco auto circolante – in Italia, per esempio, le elettriche sono ancora poche e le stazioni di ricarica mal distribuite -, in ambito navale le difficoltà sono ancora più grandi. Questo perché le boe green che dovrebbero funzionare da stazioni di ricarica dovranno essere a loro volta collegate a impianti di produzione di energia rinnovabile in mezzo al mare. Un esempio viene dai parchi eolici offshore. In più segnaliamo anche il contributo che può arrivare dall’ecosistema dell’innovazione: questa startup, che ha partecipato all’ultimo CES di Las Vegas, ha in cantiere il progetto di magazzini d’energia subacquei.
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Il trend dell’elettrico sta investendo diversi ambiti della mobilità. Se per quanto riguarda la micromobilità è evidente la rivoluzione in atto, per quanto concerne i mezzi di trasporto più grandi la transizione richiederà senz’altro maggiori investimenti. Difficile stabilire se Stillstrom avrà successo o meno, soprattutto di fronte alla forte incertezza di quest’epoca in cui la transizione ecologica deve fare i conti con impianti e tecnologie esistenti, inquinanti sì, ma che non possono essere sostituiti in poco tempo.