«Se un imballaggio subisce un aumento dei costi, continuiamo ad avere altre offerte che ci consentiranno di competere nel settore dell’accessibilità. Ad esempio, se le lattine di alluminio diventano più costose, possiamo dare più enfasi alle bottiglie in plastica». L’introduzione dei dazi al 25%, a partire dal 12 marzo, sulle importazioni di acciaio e alluminio voluti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump colpisce uno dei colossi del settore beverage come Coca Cola che, tramite il suo Ceo James Quincey, ha fatto sapere di essere al lavoro per affrontare la situazione. Nei giorni scorsi è diventato virale sui social il siparietto alla Casa Bianca in cui Trump attacca le cannucce di carta, prendendo le difese di quelle di plastica.
I dazi sull’allumino spaventano Coca Cola?
Come si legge sul Sole 24 Ore la multinazionale importa dal Canada l’alluminio con il quale vengono realizzate le lattine. «Penso che corriamo il rischio di esagerare l’impatto – ha minimizzato il Ceo di Coca Cola rispetto ai dazi introdotti da Trump -. Non è insignificante, ma non cambierà radicalmente un’attività multimiliardaria, e l’imballaggio è solo una piccola componente della struttura dei costi totali».
Quali sono i dazi introdotti finora da Donald Trump?
Dopo aver prima minacciato e poi ritirato i dazi riguardo a Canada e Messico – la questione è soltanto sospesa – Trump ha per il momento introdotto dazi al 10% che colpiscono tutte le merci cinesi, tanto che le poste americane hanno stoppato l’arrivo di tutti i pacchi che arrivano dal Paese del Dragone. Nel corso del suo primo mandato alla Casa Bianca Trump aveva già disposto dazi sulle importazioni di alluminio e di acciaio