Due amici di Ercolano, Giuseppe Pirillo e Denis Oliviero, provano a ripulire le città dalle sigarette con un progetto hi-tech: «Abbiamo creato il nostro robot seguendo le lezioni online e autofinanziandoci. I mozziconi in strada? Segno di inciviltà». La nuova storia per la rubrica “Venti di Futuro”
Stanchi di vedere mozziconi di sigaretta sui marciapiedi, due maker giovanissimi creano un robot per raccoglierli. Partecipano alla Maker Faire, la manifestazione che racconta il mondo degli innovatori, a Trieste e a Roma, vincono premi e si fanno notare. Loro sono Giuseppe Pirillo, 17 anni e già al primo anno di ingegneria all’Università di Napoli e Denis Oliviero, 18 anni, V liceo scientifico. Due amici di Ercolano, uniti dalla passione per la robotica, con il sogno di usare la tecnologia per risolvere un problema, causa non solo di sporcizia ma anche di inquinamento. Il loro progetto si chiama RoboButts «Il nostro prototipo è composto da due parti: una parte mobile e un braccio robotico. Il dispositivo presenta numerosi sensori e motori controllati da schede elettroniche dedicate. Per la sua progettazione abbiamo unito un insieme di conoscenze e competenze diverse che vanno dall’ ingegneria, alla robotica, alla prototipazione meccanica e all’ elettronica», raccontano i due giovanissimi inventori a StartupItalia.
«Molte parti, disegnate attraverso software dedicati, sono stata stampate, da noi, in 3D. Ora, per migliorarne l’efficienza, abbiamo sviluppato un modello di intelligenza artificiale che riconosce la sigaretta ma al momento non ne fornisce la posizione» spiega Giuseppe, studente modello, che ha ottenuto l’abbreviazione della maturità per merito e ha affrontato l’esame della Maturità in quarta superiore. «Da sempre mi piace costruire, smontare, progettare. Chi mi ha ispirato? Mia mamma, ingegnere gestionale, e mio nonno, che era un dirigente della Olivetti».
Giuseppe e Denis si incontrano alle scuole medie, fanno due sezioni diverse ma hanno in comune il professore di fisica che li unisce per un progetto. «Da allora non abbiamo mai smesso di creare nuovi prototipi. Camminando per strada notavamo un sacco di mozziconi di sigaretta. Dieci, cento, mille. Sulle riviste in quei giorni avevamo letto che erano causa non solo di sporcizia ma anche di inquinamento: contengono microplastiche che finiscono nell’ambiente. Non abbiamo trovato un’azienda predisposta alla raccolta. Cosi ci siamo detti: perché non facciamo qualcosa noi?» Detto fatto, i due si mettono al lavoro. È febbraio del 2022. Partono da zero. A oggi hanno creato tre prototipi. Il secondo prototipo ha vinto la Young Maker a Trieste nel 2022. Nel frattempo i due ragazzi hanno partecipato ai campionati della robotica e sono arrivati alle fasi nazionali. Con il terzo prototipo sono andati alla Maker Faire, che si è tenuta a Roma in questi giorni. Hanno preso uno spazio e si sono messi tra gli inventori. Li ha notati Massimo Cerofolini, giornalista di EtaBeta, programma di Radio1 Rai che gli ha dedicato la loro prima intervista.
«Abbiamo imparato tutto su Youtube, finanziandoci con i nostri risparmi. Abbiamo speso circa mille euro. Ora collaboriamo con un gruppo di ingegneri. L’obiettivo è di fondare presto la nostra startup, implementare il servizio, allargare il team e collaborare con le istituzioni». I feedback sono tutti positivi. «Il robot ora è in grado di camminare e muovere il braccio grazie a una tastiera telecomandata da noi, ma l’obiettivo è renderlo autonomo. Capace di raccogliere i mozziconi, tornare alla base, scaricarli e caricarsi» aggiunge Denis, I due sognano in grande. «Abbiamo sempre sognato in grande, ma siamo partiti in piccolo. Questo è il consiglio che diamo alla nostra generazione. Iniziare sempre…»
Giuseppe sogna di fare l’imprenditore, ma anche il docente universitario di robotica. «È una tecnologia bellissima: unisce meccanica, elettronica, informatica ed etica. Così come abbiamo definito regole di comportamento tra uomo e uomo, dobbiamo stabilire nuove norme per l’interazione uomo macchina». Denis, ragazzo russo adottato 10 anni fa, ha già superato il test per entrare in ingegneria meccanica alla Federico II di Napoli. Sogna di lavorare nella Formula 1 e nel mondo dell’automotive. «I nostri valori sono innovazione, sostenibilità, determinazione e duro lavoro. Durante la settimana lavoriamo singolarmente sul progetto e poi ci ritroviamo insieme ogni sabato. Abbiamo unito le nostre competenze. Giuseppe è focalizzato sulla parte elettronica, io su quella meccanica. L’unione fa la forza e noi ne siamo consapevoli». Poi si guardano, sorridono e uno dei due cita Seneca: «Il filosofo sosteneva che non tutti possono raggiungere la saggezza, ma tutti possono provarci. Ecco noi ci proviamo». Quella dei maker, è una generazione favolosa.