Takeshi Takama, CEO di Sustainability e Resilience e associato allo Stockholm Environment Institute, spiega perché è necessario ridurre le emissioni di metano per contrastare il cambiamento climatico
L’anidride carbonica (CO2) è uno dei gas serra più noti. Non sorprende che la CO2 sia ormai ampiamente riconosciuta come la causa del riscaldamento globale e del cambiamento climatico, dato che rappresenta il 65% delle emissioni mondiali di gas. E non possiamo confutare il fatto che le azioni umane, in particolare la combustione di combustibili fossili e l’utilizzo del suolo, causino l’emissione di anidride carbonica. Ma questo implica che la linea d’azione ottimale sia la riduzione delle emissioni di anidride carbonica?
Per affrontare il tema del cambiamento climatico non dovremmo concentrarci soltanto sull’anidride carbonica. Ridurre le emissioni di carbonio è essenziale ma, tuttavia, anche altri gas serra hanno un effetto sul nostro clima. Il metano è il secondo gas che più incide nelle emissioni (CH4). Sino dalla rivoluzione preindustriale, il gas metano è stato responsabile di circa il 30% del riscaldamento del pianeta. La fuoriuscita di questo gas è il risultato dell’attività quotidiana ed è causata dalle seguenti fonti: il 23% dall’estrazione di petrolio e gas, il 12% dall’estrazione del carbone, il 20% dalle acque reflue, il 32% dall’agricoltura, compreso il bestiame e l’8% dalle risaie. Il gas metano ha un effetto serra minore rispetto all’anidride carbonica, nonostante il fatto che bruciandolo rilasci anidride carbonica nell’atmosfera. A seconda di come lo si calcola, la combustione del gas metano crea anidride carbonica, che è più potente della CO2 stessa.
Il gas metano non contribuisce al cambiamento climatico a lungo termine tanto quanto l’anidride carbonica, ma si dice che il suo effetto serra sia circa 25 volte di più di quello della CO2 nell’intrappolare il calore nell’atmosfera. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, la riduzione delle emissioni di metano del 45% entro il 2030 ci consentirà di ridurre al minimo il riscaldamento globale di circa 0,3 gradi Celsius entro il 2040.
Perché ridurre il metano comporterebbe anche vantaggi economici
Il metano è il più facilmente controllabile dei tre principali gas serra. Poiché l’attività economica umana è strettamente correlata alle emissioni di anidride carbonica, il tema dello sviluppo contro il cambiamento climatico promuove sempre la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. In generale, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica costa denaro, mentre il metano ha il vantaggio economico di mantenere questo gas fuori dall’atmosfera. Come esplicato nel paragrafo precedente, sono numerose le attività importanti in cui è possibile ridurre il metano: così facendo si avranno dei vantaggi economici. Un altro gas serra, il protossido di azoto, è prodotto dai fertilizzanti chimici. Anche le emissioni di protossido di azoto sono sempre considerate un compromesso per un’agricoltura efficace quando si valuta la crisi alimentare. Pertanto, ridurre le emissioni di metano potrebbe essere più semplice.
È meno probabile che il gas metano comporti problemi di sviluppo rispetto agli altri due gas. La mitigazione del metano può essere un’opzione economicamente vantaggiosa per supportare l’obiettivo globale di limitare il riscaldamento a 1,5°C fornendo contemporaneamente benefici ad alcune comunità vulnerabili. Tenere il gas metano fuori dall’aria è un mezzo per fornire sicurezza energetica e, di conseguenza, aumentare la crescita. Questi molteplici obiettivi possono essere raggiunti promuovendo l’energia rinnovabile, ad esempio, dal biogas.
Il gas metano è il componente principale del biogas prodotto dagli animali. Invece di rilasciare metano nell’aria, si possono anche ottenere maggiori benefici catturando il metano prodotto dalle nostre attività quotidiane nel biogas. Inoltre, l’estrazione di gas metano da attività agricole come il biogas offre ulteriori vantaggi sociali. Tra queste: portare elettricità pulita alle comunità remote che ne sono prive. È economicamente vantaggioso utilizzare il gas metano senza rilasciarlo nell’atmosfera perché così facendo si riduce la necessità di acquistare combustibili fossili e altre fonti di energia.
Nei paesi in via di sviluppo, comincia a farsi notare il valore del biogas nell’assistere le comunità vulnerabili che non hanno accesso all’energia pulita. In Indonesia, dove oltre il 30% della popolazione dipende dall’agricoltura per il proprio sostentamento, gli agricoltori hanno iniziato a sfruttare i vantaggi dell’energia pulita trasformando il bestiame e i rifiuti agricoli in combustibile per cucinare. Anche se il biogas che utilizzano è considerato su piccola scala, gli agricoltori ne percepiscono, comunque, i vantaggi economici, in particolare nella riduzione della spesa giornaliera per GPL, nella legna da ardere e nei fertilizzanti. Oltre a produrre gas, il beneficio del biogas sotto forma di bio-liquame per fertilizzanti organici avvantaggia anche il sistema agricolo, incoraggiando il ritorno all’agricoltura biologica e migliorando la salute del suolo. L’uso di fertilizzanti organici prodotti dal biogas riduce anche indirettamente le emissioni di NO2 poiché anche l’uso di fertilizzanti chimici è ridotto. Pertanto, lo sviluppo del biogas assolve numerosi obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) oltre alla mission dell’accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C.
A cura di: Takeshi Takama, CEO di Sustainability e Resilience e associato allo Stockholm Environment Institute
Si ringrazia Illuminem