L’azienda ha dichiarato di aver dato sostegno a 75mila persone in momenti di crisi
Mentre la politica fa i conti con la crisi in Afghanistan, organizzazioni non governative, aziende e cittadini sono già attivi per dare rifugio a chi è riuscito a scappare dal paese ora in mano ai talebani. In campo c’è anche Airbnb, il cui amministratore delegato, Brian Chesky, ha annunciato un’operazione forse senza precedenti per la piattaforma. «A partire da oggi, Airbnb inizierà a ospitare gratuitamente 20mila rifugiati afgani in tutto il mondo», è stato il suo tweet di poche ore fa a cui sono poi seguite altre informazioni. «Ci occuperemo noi di pagare questi soggiorni, ma non potremmo farlo senza la generosità dei nostri host». In chiusura, Chesky ha auspicato che altri Ceo e dirigenti di grandi aziende diano il proprio contributo per rispondere alla crisi umanitaria in atto.
Non è la prima volta in cui la piattaforma degli affitti brevi, che ha rivoluzionato il settore del turismo e dell’accoglienza in tutto il mondo, ha aperto le porte della propria piattaforma per consentire a tutti gli host di mettere a disposizione camere e case a persone in difficoltà. Come si legge sul sito della CNBC, dal 2012 a oggi l’azienda ha dichiarato di aver dato sostegno a 75mila persone bisognose. La crisi scoppiata poche settimane fa in Afghanistan potrebbe ora mettere la multinazionale di fronte a uno sforzo mai fatto prima in termini di organizzazione.
Leggi anche: Coronavirus, Airbnb: “Porte aperte a medici e infermieri”
Nel frattempo prosegue l’evacuazione dall’aeroporto di Kabul, mentre tra Occidente e Oriente governi e capi di Stato si confrontano (e si studiano) per capire come affrontare il futuro prossimo. Lo scorso anno, nei mesi più difficili del primo lockdown, Airbnb aveva compiuto una scelta analoga a quella fatta in queste ore, aprendo le porte degli appartamenti a dottori e infermieri chiamati a operare negli ospedali italiani.