Investimenti per 2,5 miliardi di euro che porteranno nell’immediato alla creazione di 1.200 posti di lavoro diretti e 3mila indiretti
Se il mondo dell’automotive deve correre verso la motorizzazione elettrica, perché così vuole l’Europa, allora bisogna correre anche per costruire stabilimenti che producano batterie, o il Vecchio continente rischia di dipendere dall’Asia e dagli States nell’approvigionamento e subire contraccolpi come quelli visti nel campo dei semiconduttori. Anche per questo, sempre più grandi gruppi dell’auto siglano accordi con startup innovative che si occupano di progettare e sviluppare batterie: saranno infatti queste nuove, arrembanti, realtà le vere protagoniste della transizione ecologica ed energetica. In Francia, per esempio, Renault ha concluso un accordo con Verkor (della quale detiene circa il 20%), startup partecipata, tra le altre, dalle multinazionali Schneider Electric, Capgemini e Arkema e dal governo francese.
Verkor intende costruire, in un’area di 150 ettari nei pressi nel Nord dell’Hexagone, nei dintorni di Dunkerque, una nuova fabbrica di accumulatori. Lo scorso anno Renault, assieme al suo ingresso nel capitale della startup, ha finanziato la costruzione di un centro di ricerca e sviluppo a Grenoble e una linea pilota per la prototipizzazione e la produzione di celle e moduli di batterie. La gigafactory di Dunkerque, invece, sarà di fatto destinata a soddisfare le richieste della Casa francese: 10 GWh di batterie dal 2026 e 20 entro il 2030.
Tutti i numeri della gigafactory di Verkor
Al momento la fabbrica nel Nord della Francia è solo su carta, ma i lavori partiranno presto, se le parti in causa intendono rispettare la roadmap che prevede che l‘impianto diventi operativo entro il 2025. Secondo Verkor, la gigafactory porterà nell’immediato la creazione di 1.200 posti di lavoro diretti e 3mila indiretti, dietro investimenti per 2,5 miliardi di euro. Nella seconda fase, invece, nello stabilimento di auto elettriche lavoreranno fino a 2 mila lavoratori e 5 mila nell’indotto, anche grazie alla prevista espansione della capacità produttiva dai 16 gigawattora indicati per il 2025 ai 50 GWh del 2030.