Un team italiano, accelerato a Londra, ha creato una bevanda con un enzima in grado di depurare il nostro corpo dagli effetti dell’inquinamento. Dopo le validazioni necessarie (sì, funziona) ora è pronto per il lancio sul mercato.
Una bevanda può combattere l’inquinamento? È questa la sfida lanciata da AREEA e dai co-founder Antimo Farid Mir e Jacopo Mele. Una sfida non poco ambiziosa, quella dei due giovani imprenditori, forse la più ambiziosa di tutte. Una sfida da vincere per salvare una media di 7 milioni di persone all’anno in tutto il mondo, come stima una ricerca della World Health Organization che ha studiato gli effetti dell’inquinamento atmosferico nelle città di tutto il mondo.
I primi passi di AREEA
AREEA prende forma nel Maggio del 2015 ma solo ora esce dalla modalità stealth, ovvero quella fase in cui non ci si può far vedere nel mercato. Troppe notizie sensibili, e poi bisognava avere la validazione scientifica, assicurarsi che il prodotto facesse veramente quello che prometteva.
«Jacopo è sempre stato attivo nel monitoraggio dell’aria con il suo progetto Sensoma, ma il passo successivo era quello di combattere l’inquinamento, motivo per il quale mi sono messo a spulciare tutte le ricerche accademiche ho trovato su Google Scholar» racconta Antimo.
Nasce così AREEA, da una ricerca della John Hopkins University che aveva individuato un principio attivo naturale, un enzima, in grado di depurare l’organismo umano dal benzene, la particella tossica che provoca l’insorgenza di tumori causati dall’inquinamento.
Ma le ricerche accademiche rimangono nascoste in qualche faldone nelle polverose stanze universitarie, finche qualcuno non ha l’intuizione e le commercializza.
Trasformare un’idea in un drink
Antimo è quindi quello che ha avuto l’intuizione «Ho immediamente pensato di coinvolgere Jacopo data la sua passione per la materia e la sua grande rete di contatti». Jacopo Mele è uno dei giovani sotto i 30 anni più influenti d’Europa secondo Forbes e a 22 anni ha già fatto consulenza per alcune tra le maggiori multinazionali al mondo. Inoltre è il presidente di Ex Machina una fondazione che ha fornito il team iniziale ad AREEA e che conta tra i suoi membri Massimiliano Maria Longo, uno dei creativi pubblicitari più premiati al mondo.
Trasformare un’idea in un drink non è però cosa facile, soprattutto se hai studiato design.
Inizia cosi la ricerca di un tecnico alimentare che possa mettere assieme il nuovo drink e lo trovano presso la più grande azienda alimentare italiana, della quale però non possiamo rivelare il nome. Una volta fatto il drink bisogna però verificarne l’efficacia con test accademici in grado di replicare i risultati della John Hopkins. Ed è qui che entra in gioco Carmine Landi ricercatore dell’Università di Salerno con alle spalle numerose pubblicazioni scientifiche sul tema.
«Sono stati alcuni dei momenti di più alta tensione, avevamo avuto l’intuizione che poteva finalmente farci arrivare al nostro obiettivo di creare un prodotto che combattesse davvero l’inquinamento atmosferico, ma fino alla fine dei test non sapevamo davvero se funzionasse»
Anche perchè le regolamentazione su ciò che si può scrivere sulle etichette del cibo sono molto strette, soprattutto in Europa, e per fortuna. Ed è qui che entra nella squadra di AREEA Paolo Patruno, uno dei maggiori esperti di food labeling (ovvero l’etichettatura degli alimenti) in Europa.
Dal prodotto all’azienda
A questo punto il prodotto c’è, bisogna solo trasformarlo in un’azienda. Ed è così che Antimo, che ha studiato a Londra e conosce bene l’ambiente, entra in contatto con quelli di Cinnamon Bridge, l’acceleratore dedicato al food technology più importante del Regno Unito e potenzialmente d’Europa.
Cinnamon Bridge seleziona 5 startup due volte all’anno da oltre 500 application che arrivano da tutto il mondo.
«I prodotti come AREEA» racconta Kastytis Kemezys CEO di Cinnamon Bridge «sono perfetti per il mercato asiatico dove c’è una cultura millenaria riguardante il consumo di prodotti naturali per il benessere. In Europa i trend attuali parlano per lo più di senza glutine, senza lattosio ecc. AREEA invece purifica l’organismo e in occidente tendiamo ad essere scettici verso queste cose».
Come spesso accade, lo sbarco a Londra attira l’interesse dei primi investitori Daniele Nuovo, Andrea Pietrini e Andrea De Bartolis: «Capisco che siamo molto ambiziosi, AREEA vuole creare una nuova categoria di mercato a cavallo di nutraceutici e soft drink, inserendosi nello spazio che vede gli investimenti sulla salute spostarsi verso la prevenzione con prodotti mirati a demografiche giovani e sempre più attente a questo tipo di tematiche” mi racconta Antimo».
Ora nuovi fondi e il lancio sul mercato
Ora si tratta di trovare i fondi per fare il grande salto dopo il lancio previsto a Settembre 2016: «Siamo molto fiduciosi, abbiamo gia l’interesse di numerosi VC a Londra tra cui uno Italiano che è particolarmente interessato ad aiutarci a scalare il prodotto in Asia dove il problema dell’inquinamento atmosferico è percepito maggiormente e dove un semplice purificatore d’aria arriva a costare migliaia di dollari». AREEA farà la sua prima uscita pubblica a SeedAndChips a Milano,11-14 Maggio, dove sarà possibile provare il drink in anteprima mondiale.