Nuove tecniche per la salvaguardia dei coralli e una call for ideas sono le ultime iniziative messe in campo dall’Università Bicocca
La barriera corallina è in pericolo. Negli ultimi 30 anni, secondo quanto riportato dai ricercatori dell’Australian Research Council Centreof Excellence forCoral Reef Studies, i coralli sono dimezzati. Uno tra gli ecosistemi più complessi e ricchi di biodiversità sulla Terra è minacciato da una gestione non sostenibile dell’ambiente e delle sue risorse. Grazie a una partnership tra l’Università di Milano-Bicocca e il governo della Repubblica delle Maldive saranno messe in campo tecniche più efficaci, sostenibili e moderne per la salvaguardia di questa specie vivente.
Con l’accordo firmato dalla rettrice dell’Università Bicocca, Giovanna Iannantuoni, e il ministro della Pesca, Risorse marine e Agricoltura della Repubblica delle Maldive, Zaha Waheed, viene avviato un nuovo progetto di collaborazione volto allo sviluppo e all’applicazione di nuove linee di ricerca. Nello specifico, si prevede un censimento di tutte le tecniche utilizzate per il restauro delle scogliere coralline con l’obiettivo di individuare quelle più efficaci per garantire la sopravvivenza di questi delicati organismi alle Maldive, oltre a mettere a punto le linee guida nazionali per la loro applicazione e monitoraggio.
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L’accordo siglato tra l’Università e il Governo
La neonata partnership si inserisce in un progetto più ampio che, dal 2009, vede impegnata l’Università di Milano-Bicocca nel centro di ricerca e alta formazione MaRHE, situato alle Maldive sull’isola di Magoodhoo. Qui, assieme al Maldives Marine Research Institute e ad altre Università e centri di ricerca stranieri, si studiano nuove soluzioni per la salvaguardia dei coralli e la tutela dell’ambiente marino. Tra le tecniche innovative oggetto di studio e ricerca ci sono quelle di coral restoration (“restauro dei coralli“) che selezionano quelli che vengono definiti “super-coralli”, ovvero una particolare generazione in grado di resistere ai cambiamenti climatici.
Vengono anche studiati e messi a punto nuovi metodi di mitigazione, biocompatibili e biodegradabili, per la cura delle ferite di queste delicate specie viventi. In particolare, l’Istituto Italiano di Tecnologia, in collaborazione con l’Università Bicocca, già da tempo ha sviluppato un trattamento con cerotti “smart” intelligenti, completamente biodegradabili e biocompatibili, da applicare sulle ferite dei coralli, che, aderendo completamente allo scheletro di questi, rilasciano in modo controllato principi attivi (come antibiotici e antiossidanti) senza disperderli in mare. Grazie a nuove tecnologie, sviluppate anche in collaborazione con l’Acquario di Genova, con cui lo scorso anno l’Università Bicocca ha siglato una partnership, si è in grado di curare alcune malattie di cui soffrono queste specie danneggiate dall’attività dell’uomo e dai cambiamenti climatici.
Un progetto interdisciplinare per salvaguardare la barriera
«L’accordo firmato con il governo della Maldive rappresenta un ulteriore tassello della collaborazione che da oltre undici anni va avanti, con gli obiettivi di proteggere la scogliera corallina e ridurre l’inquinamento nei mari – ha affermato la rettrice Iannantuoni – Un dialogo che ci vede impegnati su temi cruciali per il futuro del nostro pianeta». Un progetto sviluppato a livello interdisciplinare, che prevede il coinvolgimento del dipartimento di Scienze dei materiali dell’Ateneo per l’ottimizzazione e le sperimentazioni di nuovi biopolimeri in ambito marino; di quello di Biotecnologie e Bioscienze per l’analisi dei patterns fisiologici in animali marini stressati, e del dipartimento di Scienze Umane per la formazione “R. Massa” per gli aspetti di “citizen science” applicati al restauro dei coralli, finalizzati allo sviluppo di nuovi canali di comunicazione per incrementare la sensibilità sul tema.
CorallaMib: la call for ideas per salvare i coralli
Oltre ai progetti portati avanti dall’Università, è stata anche indetta una call for ideas, “CorallaMib”, aperta agli studenti universitari e delle scuole superiori. CorallaMib seguirà due filoni: quello scientifico, nel quale i partecipanti potranno mettersi alla prova proponendo soluzioni per ridurre l’impatto antropico sulle barriere coralline; e quello artistico-letterario, che vedrà i giovani impegnati nella presentazione di opere dedicate al mare e alla salvaguardia dell’ambiente.
Coloro che risulteranno vincitori del concorso, quando la pandemia lo permetterà, potranno recarsi al MaRHE center delle Maldive per studiare da vicino, insieme ai ricercatori di Milano-Bicocca, la biodiversità dell’arcipelago, la scogliera corallina e i fattori che ne minacciano la sopravvivenza.