Consiste in una detrazione Irpef del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali
La Legge di Bilancio 2022 inizia oggi il proprio iter parlamentare, ma intanto gli ecologisti festeggiano le poste che il governo ha messo per l’ambiente. Secondo il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nei prossimi tre anni grazie alla proroga del bonus verde il nostro Paese si arricchirà di oltre 300mila nuovi alberi, quasi 8 milioni di metri quadrati aggiuntivi di parchi e giardini, 16mila nuovi terrazzi e balconi fioriti.
Le detrazioni del bonus verde
Il bonus prevede una detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili.
Solo nel 2019 in Italia sono stati investiti, grazie al bonus verde, 104 milioni di euro secondo i dati dell’Agenzia delle entrate. “Si tratta quindi di uno strumento molto utile per l’ambiente – sottolinea Coldiretti – ma la detrazione dovrebbe essere pari almeno al 50% alzando a 10.000 euro l’importo massimo di spesa per abitazione. Inoltre – aggiunge Coldiretti – per i lavori detraibili all’interno del Bonus Verde sarebbe auspicabile una IVA agevolata del 10%”.
Del resto, con l’Italia che dispone di appena 33,8 metri quadrati di verde urbano per abitante, la strada da percorrere pare ancora molto lunga ed è strategico puntare su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini che migliori la qualità dell’aria e della vita della popolazione dando una spinta all’economia e all’occupazione. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Istat in riferimento all’ultimo Rapporto 2021sulla qualità dell’aria in Europa, pubblicato dall’Aea, l’Agenzia europea dell’ambiente, dove risulta che l’Italia è al primo posto fra gli Stati Ue per numero di morti per biossido di azoto (NO2, 10.640 morti) ed è il secondo dopo la Germania per i rischi da particolato fine PM2,5 (49.900 morti) e ozono (3170).