A rilevare se le acque dei nostri mari sono pulite ci penserà WaterLab Sat System, un sistema che monitora tratti di costa marina tramite boe satellitari dotate di biosensori. In sole otto ore sono in grado di individuare l’eventuale presenza di batteri pericolosi per la salute.
Pronti per andare al mare? Prima di partire però, potrebbe farci comodo conoscere il livello di pulizia delle nostre coste. E da’ora in avanti sarà molto più semplice farlo, grazie al WaterLab Sat System, un sistema di boe satellitari dotate di biosensori che consente di rilevare se le acque dei nostri mari sono effettivamente pulite. A realizzarlo è stato uno spin-off di ricercatori romani, la Biosensing Technologies, azienda che “sviluppa soluzioni innovative basate su sensori e biosensori per analisi ambientali”, come ricorda il suo amministratore unico, Katia Buonasera.
Rileva la presenza di batteri nocivi per l’uomo
Mai più acque contaminate dunque, grazie a questo strumento in grado di rilevare il grado di pulizia dei nostri mari.
In particolare, il sistema permette di eseguire il monitoraggio di tratti di costa marina tramite boe satellitari dotate di un biosensore in grado di rilevare la presenza di un particolare batterio, l’Escherichia coli. Indice di contaminazione fecale, quest’ultimo è causa di varie forme di gastroenterite dovute a ingestione di acqua o cibi contaminati. “Il biosensore è in grado di individuarlo in sole otto ore, a fronte delle 18-72 attualmente impiegate dai metodi convenzionali in uso”, racconta la Buonasera.
“Effettuare il monitoraggio delle acque in maniera automatica e così rapida consente un abbattimento dei costi – continua – sia per il personale che per quanto riguarda i costi di tutta la struttura che generalmente viene impiegata in questi casi”. Le boe munite di biosensori infatti, sono completamente autonome: grazie a delle celle solari ottengono l’energia necessaria al prelevamento dell’acqua marina. “Il prodotto preleva campioni di acqua in automatico dal sito di interesse, li analizza e invia i dati ad una stazione centrale via server web”, spiega l’amministratore unico della società. Le informazioni, confluite in una pagina web dedicata, potranno essere visionate dal cliente o l’autorità del caso per monitorare l’andamento delle analisi.
Si parte dall’Emilia Romagna
Il progetto WaterLab Sat System è stato portato avanti col supporto della Regione Lazio e dell’Agenzia Spaziale Europea. Ed ha, da subito, suscitato interesse da più parti. “Soprattutto soggetti pubblici – spiega Katia Buonasera – come le autorità che si occupano di monitoraggio delle acque sia per il consumo che per la balneazione, come Arpa, Ispra e Asl, e anche diversi privati che si occupano della gestione degli acquedotti”.
Al momento, diversi prototipi si trovano ancora in fase di test presso l’Istituto Superiore di Sanità, allo scopo di verificarne la funzionalità prima in laboratorio, e poi in mare. Superata questa fase, la prima boa-spia sarà installata in Emilia Romagna, per monitorare le acque di ben quindici comuni.