Una PMI vicentina tratta 10 tonnellate di batterie agli ioni di litio al mese, ma “entro fine anno puntiamo ad arrivare a 40”, promette il fondatore
Chi segue Impact con assiduità sa bene quanto spesso ripetiamo che non bisogna mai abbandonare nel fondo dei propri cassetti smartphone a fine carriera, perché al loro interno conservano un tesoro di terre rare. Meglio allora riciclarli. E c’è chi ha iniziato a dare nuova vita alle batterie esauste dei telefonini in modo inatteso: trasformandole in smalti per piastrelle.
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Lo fa la vicentina Spirit Srl con sede a Chiampo, diretta dall’ingegner Angelo Forestan che ha brevettato un sistema per riciclare batterie agli ioni di litio e NiMh (nichel-metallo idruro), arrivate a fine vita, ricavandone ossidi destinati alla raffinazione dei metalli e pigmenti inorganici.
Il procedimento di riciclo prevede che le batterie esauste di smartphone, laptop, bici e auto elettriche siano selezionate, aperte e suddivise nei vari componenti così da diventare coloratissimi pigmenti per piastrelle. Si separano, nel processo, polveri catodiche composte da ossidi di metalli (cobalto, nichel e miste). Queste polveri sono le basi inorganiche da cui vengono ricavati degli smalti, utilizzati nel settore manifatturiero per la colorazione delle piastrelle. L’impresa riesce, attualmente, a trattare 10 tonnellate di batterie agli ioni di litio in un mese ma “entro fine anno puntiamo ad arrivare a 40 tonnellate al mese” promette Forestan.
Un processo di riciclo virtuoso che permette di recuperare l’80% della massa delle batterie esauste, ricavandone polveri di metalli come rame ed alluminio che arricchiranno le nuance di piastrelle alla moda e di design. I benefici per l’ambiente, ci viene spiegato, sono di due tipi: da un lato si riutilizzano le batterie che altrimenti andrebbero a finire in discarica, dall’altro lato si producono polveri di metalli e metalli riducendo la loro estrazione da miniere presenti, in particolare, nei paesi africani come la Repubblica Democratica del Congo.