Il settore punta sempre di più sulla tecnologia, sulle rinnovabili e sul lusso per stupire i paperoni del pianeta. In un anno +10,3%
Italiani popolo di santi, poeti e navigatori. Valeva in passato e, almeno per quanto riguarda la passione per il mare, vale ancora oggi, soprattutto alla luce dei numeri contenuti nel rapporto La Nautica in Cifre, realizzato dall’Ufficio Studi di Ucina Confindustria Nautica. Nel 2018 il comparto ha registrato un balzo del 75% rispetto al punto più basso toccato negli anni della crisi del 2013, e del 10,3% sul 2017. A mettere il vento in poppa alle grandi navi costruite nei nostri cantieri soprattutto il mercato internazionale del lusso.
© Confindustria Nautica
L’industria nautica in numeri
L’industria nautica negli ultimi anni è diventata via via più tech, green e, soprattutto, sinonimo di quel “made in Italy” che tanto piace ai paperoni di tutto il mondo. L’Italia oggi è il secondo esportatore globale, subito dopo gli Stati Uniti che, con il 23,9% delle esportazioni di unità da diporto, per un valore totale di 476 milioni di dollari, si piazzano in cima alla classifica, mentre il settore all’interno della nostra economia si piazza al nono posto se si considerano i comparti in cui l’export ha goduto di maggiore ascesa negli ultimi vent’anni, dicono i dati di Fondazione Edison.
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A ingolosire miliardari statunitensi, imprenditori asiatici e nababbi del Medio Oriente i nostri superyacht, ovvero le barche che superano i 24 metri di lunghezza. Secondo il Global Order Book nei cantieri del Bel Paese arriva il 46% degli ordini mondiali.
Un 2018 con il vento in poppa
Veniamo ora ai numeri registrati dal comparto nel 2018, quando il settore è arrivato a toccare i 4,27 miliardi di euro. Aumentato anche il numero degli addetti diretti, che ora ha superato i ventiduemila (22.310, +13,8% sul 2017), così come il contributo dato al PIL (2,02%, +10,6% sull’anno precedente).
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I Gruppi leader
Numeri di tutto rispetto, macinati da Gruppi assai solidi. A iniziare da Fincantieri, i cui ricavi sono saliti del 9,7%, arrivando a 4.254 milioni (dato a settembre 2019), grazie soprattutto agli ordini del settore crocieristico. Si parlava di yacht e super yacht: in quelle categorie primeggia Azimut-Benetti che ha chiuso il 2018/19 con un valore di produzione superiore a 900 milioni di euro, +10% sui 12 mesi precedenti.
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Di Azimut-Benetti, poi, abbiamo parlato spesso qui su Impact perché sta concentrando i propri sforzi alla realizzazioni di imbarcazioni sempre più sostenibili e amanti dell’ambiente. Infine c’è Sanlorenzo, vera e propria boutique italiana di yatch dal 1958, che “confeziona”, ogni anno, pochissime imbarcazioni. Ma sono su misura. Praticamente sartoriali. Il cantiere guidato Massimo Perotti, past president di Ucina Confindustria Nautica, ha debuttato in Borsa lo scorso 10 dicembre 2019, generando un forte interesse da parte di investitori internazionali (193,6 milioni il controvalore dell’operazione).