Feat Food è il progetto di Andrea Lippolis che ha pensato di trasformare il suo bisogno di cibo sano in un business
«Ero uno studente universitario fuori sede e ogni giorno mangiavo pizza surgelata e hamburger. Un giorno ho cercato su Internet un food delivery che mi portasse a casa qualcosa di più sano ma non ho trovato niente». Così è nata l’idea di Feat Food. A raccontarla è il suo co-fondatore Andrea Lippolis (l’altro founder è Lorenzo Danese) giovane imprenditore pugliese, che quattro anni fa ha pensato di trasformare il suo bisogno di cibo sano in un business. «Feat Food è nato da un’esigenza concreta ma prima di diventare realtà abbiamo fatto passare un po’ di tempo». La startup è nata nel 2015 a Lecce e da pochissimo è arrivata a Milano: «Siamo partiti con le consegne il 7 novembre e per ora abbiamo avuto solo feedback positivi».
Cucina sana e adatta a diete senza glutine o carne
Anche noi di StartupItalia! abbiamo assaggiato i piatti di Feat Food per capire se veramente possano essere un’alternativa per una pausa pranzo salutare. Abbiamo ordinato tre diversi tipi di menù, depurativo, dimagrante e vegano, attraverso il portale. Il cibo è arrivato dopo meno di mezz’ora portato da un biker professionista che ha consegnato il pacchetto ancora caldo. Il cibo si presenta in un packaging funzionale e curato ma non in una confezione ecologica: «Abbiamo scelto il box in un materiale che oltre ad essere resistente e solido potesse anche essere inserito in microonde» ha spiegato Andrea. I tre menù consistevano in petto di pollo con verdure e cous cous, pesce spada affumicato con quinoa e pomodorini e un affettato vegano con melanzane aromatizzate. Tutto preparato con cura e condito in modo leggero rispettando in pieno la filosofia di una cucina sana e adatta anche a diete senza glutine o senza carne. «Abbiamo deciso di portare il nostro business a Milano proprio per poter intercettare un pubblico di lavoratori e studenti universitari che vogliano abbracciare un stile di vita sano senza dover dedicare la propria giornata a comprare cibo e cucinare».
Sei mesi di accelerazione in Impact Hub
I ragazzi di Feat Food hanno partecipato all’IHM Accelerator e sono stati tra le prime 5 startup che hanno potuto aggiudicarsi 6 mesi di accelerazione nell’incubatore di Milano: «Per noi è una grandissima occasione – spiega Antonio De Lorenzis CMO di Feat Food – siamo partiti da pochissimo ma crediamo di aver intercettato una fascia di mercato interessata al nostro servizio». Feat Food si avvale del lavoro di esperti nutrizionisti e dietologi che si occupano di stilare il programma dei pasti e di Executive Chef che compongono i menù. «I menù cambiano di giorno in giorno. Abbiamo più di 1000 possibilità di piatti diversi e presto introdurremo anche una serie di primi piatti che avranno un prezzo inferiore rispetto ai menù completi”. Per quanto riguarda i costi, infatti, un menù di Feat Food costa in media 13 euro una cifra che posiziona la startup nella media del costo per un pranzo a Milano. «l nostro costo è inferiore rispetto a quello di un ristorante tradizionale ma superiore a quello di una gastronomia. La vera differenza sta nel servizio: il cibo arriva direttamente a casa senza aggiunta di costi».
Anche i consigli di un esperto
«Proponiamo un pacchetto chiamato Feat Pack della durata di uno o più mesi in cui oltre alla consegna dei nostri piatti offriamo anche una consulenza data da un esperto». Il pacchetto prevede di avere una corrispondenza via social network con un personal trainer che suggerisca come allenarsi in rapporto al cibo che si mangia e allo stile di vita che si conduce.
A pochi giorni dal lancio Feat Food sta facendo i suoi primi conti. La startup sembrerebbe partita con il piede giusto: «Abbiamo già clienti che hanno ordinato i nostri piatti per tre giorni di fila. Speriamo che continui così – racconta Andrea – stiamo aspettando che entrino in società soci conosciuti nel mondo della ristorazione e ci aspettiamo entro febbraio un aumento di capitale. Con un modello di business come il nostro contiamo di raggiungere il break even in relativamente poco tempo».