L’autobus elettrico arriva in Africa. Due batterie gli assicurano una autonomia di 80km, estendibile grazie ai pannelli solari posizionati sul tettuccio. Si chiama Kayoola e vuole conquistare il mercato: entro il 2018 potrebbe dare lavoro a oltre 7mila persone.
Questa storia è ambientata in Uganda e, per la precisione, nella sua capitale, Kampala. Quasi un milione e mezzo di abitanti per una metropoli che ha registrato negli ultimi anni una forte crescita demografica e un conseguente aumento del traffico cittadino. Ed è proprio dalle strade di Kampala che ha inizio l’avventura del Kayoola, primo autobus elettrico ad energia solare realizzato in Africa per merito della Kiira Motors Corporation, società nata da un progetto dell’Università di Makerere, che ora ne è azionista insieme al governo ugandese.
Un governo che sembra puntare forte sull’industria automobilistica nazionale per creare sviluppo occupazionale e, al tempo stesso, per sviluppare una nuova strategia ambientale. Investimenti mirati, affinché quella solare possa diventare la principale fonte di energia entro il 2050.
Ed è proprio grazie ad un finanziamento statale infatti, che la Kiira Motors è riuscita a realizzare il primo modello di autobus elettrico dell’intero continente. Il prototipo è stato immesso nel circuito cittadino il 29 marzo scorso, durante un evento presenziato dallo stesso presidente ugandese Museveni.
Il primo bus solare africano
Non è la prima volta che la Kiira Motors si cimenta con la costruzione di veicoli a basso impatto ambientale. A luglio 2014 era stato svelato il prototipo della EV Smack, un’auto ibrida equipaggiata con un motore elettrico e un’unità a benzina che fungeva da generatore di energia elettrica per le batterie. L’evoluzione della ricerca ha portato alla creazione del bus Kayoola.
«L’autobus è elettrico al 100%», ha detto Paul Isaac Musasizi, CEO di Kiira Motors Corporation. «La nostra idea è quella di testare la forza dell’energia solare per consentire alle persone di muoversi a basso costo e a impatto zero. Le batterie – continua – sono inserite nella pancia del mezzo, ma un pannello solare sul tetto consentirà di avere energia supplementare per il viaggio».
Il prototipo infatti, è stato progettato per essere utilizzato essenzialmente per il trasporto pubblico cittadino. Ha un’autonomia di 80 km e può trasportare fino a 35 passeggeri. Impiega due batterie, una delle quali viene ricaricata da quattro pannelli solari posizionati sul tetto.
In tal modo, può estendere la sua autonomia di almeno 12 km.
Basso impatto ambientale a prezzi accessibili
Per risolvere il problema del traffico urbano e diminuire le emissioni inquinanti il governo ha investito sul progetto, ordinando i primi dieci esemplari. Ma il vero limite, specialmente per un paese come l’Africa, potrebbe essere rappresentato dal prezzo. Si può arrivare fino a 58mila dollari per una sola unità. Senza contare i problemi di accesso alla rete elettrica che affliggono alcune zone del continente.
Ecco perché alla Kiira Motors hanno deciso di affidarsi al sole.
«L’Uganda è uno dei 13 paesi posizionati sulla linea dell’Equatore – spiega Musasizi – che ci da otto ore al giorno di energia solare da raccogliere e utilizzare al meglio». L’energia accumulata dai pannelli solari e trasformata dall’innovativo motore – brevettato dai ricercatori della Università di Makerere – permette di utilizzare una fonte rinnovabile presente in abbondanza sul territorio africano, limitando così anche i costi del servizio agli utenti.
Tecnologia eco-friendly dalla città del sole che brucia
Non a caso a Kampala si usa indicare gli artigiani e i venditori per le strade – e più in generale i lavoratori “in nero” – con il termine di “jua kali”, letteralmente “il sole che brucia”. I jua kali sono proprio quegli individui che lavorano sotto il sole. Lo stesso sole cocente che potrebbe diventare un utile alleato nello sviluppo industriale del paese.
Musazizi ha calcolato che, entro il 2018, più di settemila persone potrebbero essere impiegate, in maniera diretta e indiretta, nella realizzazione dei Kayoola. Per raggiungere questo risultato però, è necessario attrarre partner che contribuiscano alla produzione. I fondi del governo non sono sufficienti per lanciare il bus elettrico sul mercato di massa. Bisogna trovare al più presto dei finanziatori.
L’obiettivo è quello di conquistare inizialmente i mercati regionali – offrendo una valida ed ecologica alternativa agli autobus tradizionali, normalmente acquistati di seconda mano dal Giappone e altamente inquinanti – per poi espandersi a livello nazionale.
Gli introiti derivanti dalle vendite dei bus potrebbero finanziare inoltre la produzione della nuova Kiira EV a propulsione ibrida (energia solare ed elettrica), attualmente ferma per carenza di fondi. Tutto rimandato dunque al 2018. Data di lancio sul mercato del primo autobus elettrico africano alimentato ad energia solare.