Si chiama Monsoon Wind Power Project ed è destinato a diventare il più grande parco eolico del Sud-Est asiatico. Avrà 133 turbine installate entro la fine del 2025 su un sito di 1.000 ettari che si estende su 25 villaggi. Sullo sfondo, però, la questione di migliaia di famiglie sfrattate frettolosamente
C’è una regione che più di altre potrebbe avere un ruolo fondamentale per il futuro della transizione energetica: l’Asia. In particolare, il Sud-Est asiatico. Non tanto per il volume di consumi, quanto per le incognite generale dall’incrocio tra un grande sviluppo economico e infrastrutturale con una ancora forte dipendenza dalle fonti energetiche inquinanti. D’altronde, l’area dei 10 Paesi dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico) è il quarto consumatore mondiale di energia, con i combustibili fossili che costituiscono l’83% del suo mix energetico. E con, elemento cruciale, una domanda di energia destinata ancora ad aumentare.
Detta così, il quadro sembra piuttosto fosco. Eppure, ci sono segnali importanti che nel Sud-Est asiatico è pronta a soffiare un’aria diversa. E da dove soffia questa aria? In buona percentuale, da uno dei suoi Paesi più poveri: il Laos. Non a caso, viene spesso chiamato “polmone verde” del Sud-Est asiatico. Unico Paese della regione a non avere sbocco sul mare, il Laos da tempo lavora allo sviluppo dell’energia eolica.
Il vento green soffia sul Laos
Oltre il 70% del territorio del Laos è costituito da montagne e altopiani, con molte aree adatte alla costruzione di dighe. Non a caso l’energia idroelettrica rappresenta il 70% della produzione totale di Vientiane. Ma le preoccupazioni per la dipendenza del Paese dall’energia idroelettrica stanno spingendo il governo laotiano verso l’eolico. Il piano di sviluppo di Vientiane fino al 2030 prevede di mantenere l’attuale percentuale di generazione idroelettrica, spostando gradualmente il quasi 30% generato dall’energia termica verso altre fonti rinnovabili, come appunto l’eolico.
Il fiore all’occhiello della nuova strategia si chiama Moonson Wind Power Project. A metà novembre, si è tenuta una grande cerimonia nella provincia di Sekong, nel Sud del Paese, per celebrare l’installazione della prima turbina. Ha partecipato direttamente anche il primo ministro Sonexay Siphandone. Il parco eolico sarà composto da 133 turbine, che dovrebbero essere installate entro la fine del 2025 su un sito di 1.000 ettari che si estende su 25 villaggi. La capacità finale del parco eolico sarà intorno ai 60 Gigawatt. Una volta completato, sarà il più grande progetto eolico dell’intero Sud-est asiatico. Sullo sfondo c’è però anche una piccola ombra, legata all’esproprio dei terreni ad alcune decine di famiglie che il governo ha promesso di compensare a livello economico.
Moonson Wind Power è anche il primo progetto transfrontaliero di nuova energia in Asia. Nel cantiere sono infatti coinvolti grandi attori internazionali, a partire dalla società commerciale giapponese Mitsubishi Corp., passando alla compagnia statale thailandese per le energie rinnovabili BCPG. Il Laos registra infatti una crescente domanda di energia rinnovabile tra i suoi vicini e buona parte dell’elettricità prodotta sarà venduta al Vietnam con un contratto della durata di 25 anni. Hanoi si sta muovendo con decisione verso la decarbonizzazione. Il primo ministro Pham Minh Chinh si è impegnato a raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050 alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima COP26 nel 2021.
Vientiane “batteria” regionale
La domanda di elettricità in Vietnam stava aumentando del 10% all’anno prima della pandemia di coronavirus. E dopo la fine delle restrizioni, la crescita è tornata ad accelerare. Secondo alcune stime, la domanda si quintuplicherà entro il 2050. Senza contare che le contese territoriali di Hanoi con Pechino nel Mar Cinese Meridionale rendono più strategica l’importazione dal Laos. Interessata anche la Thailandia, che mira a raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050.
Non si tratta certo dell’unico progetto a cui lavora il Laos nel settore eolico. Da dicembre è allo studio una proposta per un parco eolico da 250 Megawatt sostenuto dal Vietnam. Secondo Nikkei Asia, si ritiene che almeno 10 progetti siano in fase di pianificazione a livello nazionale. Il Laos potrebbe fungere sempre più da “batteria” regionale, visto che nel 2022 Vientiane ha iniziato a esportare energia anche a Singapore e negli scorsi mesi è iniziata la costruzione di infrastrutture di trasmissione di elettricità alla vicina Cambogia.
Previsti anche sviluppi, visto che quasi tutti i 10 Stati membri dell’ASEAN hanno mostrato impegno a raggiungere l’azzeramento delle emissioni nei prossimi decenni. Non sarà un obiettivo semplice, ma il primo passo da fare è noto: l’abbandono delle emissioni generate dalla produzione di energia elettrica da carbone, migliorando al contempo le tecnologie sostenibili. Un passo che è anche molto complicato, ma su cui il Laos può giocare un ruolo fondamentale. Il futuro della transizione energetica della regione, e non solo, passa per il “polmone” di Vientiane.