Nel progetto è coinvolto anche l’architetto italiano Carlo Ratti: la mappatura ha l’obiettivo di ripopolare le città di alberi, coinvolgendo i cittadini
Treepedia è un software che misura quanto verde c’è nella tua città e nel tuo quartiere. Il progetto, che appartiene a un gruppo di ricercatori del Senseable City Lab del MIT, tra cui l’italiano Carlo Ratti, si serve di un algoritmo e di Google Street View. “Lo scopo è quello di mappare la presenza di alberi in una città e di mettere a confronto quartieri e zone. In questo modo i cittadini hanno un punto di osservazione privilegiato per capire qual è lo stato del “verde” nelle loro città e contribuire a piantare alberi, laddove ce ne siano troppo pochi”, spiega Ratti.
12 le città analizzate da Treepedia
Vancouver, Parigi, New York, Londra, sono alcune delle dodici città oggetto dell’analisi. In questa prima fase della sperimentazione i ricercatori hanno mappato queste metropoli e, con i dati raccolti, creato delle mappe che indicano la copertura degli alberi, vista dall’alto. Come possiamo notare i punti verdi rappresentano le zone più fornite, quelli marroni le aree più sprovviste, mentre quelle nere, i luoghi che non sono stati ancora analizzati. Dopo l’analisi, sono state attribuite a ogni città delle percentuali.
La “regina del verde” è Vancouver, che ha una media del 25,9%, mentre Parigi è quella che fa peggio, con un punteggio di 8,8%
Lo scopo non è quello di mettere a confronto le città, ma di ispirare delle buone pratiche. E’ già prevista una seconda fase dell’algoritmo che aiuterà a identificare le specie di albero più adatte a una zona, invitando poi i residenti a darsi da fare per piantare più alberi”, spiega Ratti a FastCompany.
La mission: creare omogeneità tra zone diverse
Dallo studio emerge, per esempio, che New York ha una copertura di alberi decente in alcune zone, ma ne esistono altre, come Newtown Creek, Brooklyn e il Queens, sulle quali ci sarebbe tanto lavoro da fare. Mentre per Parigi la concentrazione è più forte nelle sezioni meridionali della città, mentre è decisamente più povera nei quartieri del Nord. Londra mostra, invece, che avrebbe bisogno di concentrarsi sull’est e il nord est della città, dove c’è una scarsa presenza di alberi. “Gli alberi mitigano le temperature estreme, ripuliscono l’aria da smog e rumore e migliorano la qualità della vita urbana. Ci siamo chiesti come possono i cittadini avere un ruolo attivo nel processo?”, spiega ancora Ratti.
I limiti e il futuro del progetto
Treepedia non è esente da limiti negli strumenti scelti per la misurazione. Affidarsi a Street View, infatti, significa portare fuori dal raggio di controllo tutte le aree in cui l’occhio di Google non arriva, come parchi e giardini, dove si concentrano, come possiamo immaginare, la maggior parte degli alberi in città. Ma è il potenziale del progetto a renderlo così interessante. Una delle possibili chiavi di lettura la offre lo stesso Ratti: “Potrebbe diventare un social network che connette le persone agli alberi”, spiega. In altre parole, uno strumento per segnalare un problema e porvi rimedio, attraverso una cittadinanza attiva.