Nel 2018 ha vinto il programma di accelerazione “BHeroes”, andato in onda sul Canale Nove, aggiudicandosi 800 mila euro
Wash Out, la startup italiana che permette di lavare l’auto direttamente in strada prenotando con il telefonino, ha appena chiuso un round di finanziamento da un milione di euro con nuovi investitori tra cui Telepass. L’azienda, dopo una partnership strategica che ha inserito l’applicazione in Telepass Pay, ha deciso di investire direttamente. “Ora abbiamo in progetto l’espansione in altre città italiane nel corso del 2019, per poi puntare all’estero nel 2020. Cercheremo di ampliare la nostra clientela privata ma anche il dipartimento vendita, per accrescere la base corporate”, racconta il ceo e founder Christian Padovani a StartupItalia.
Non è il primo investimento sulla startup. Nel 2018 Wash Out ha vinto il programma di accelerazione “BHeroes” andato in onda sul Canale Nove, aggiudicandosi 800 mila euro.
Wash Out: quasi due milioni di euro per puntare all’estero
Fondata nel 2016, l’azienda è stata incubata per due anni da SpeedMiUp, acceleratore dell’Università Bocconi. Wash Out offre un servizio di lavaggio di auto e moto a domicilio waterlss – cioè senza acqua – effettuato utilizzando prodotti ecologici. “I nostri ragazzi puliscono la vettura con molta più cura di quella del classico tunnel – racconta Padovani – Per ogni lavaggio impieghiamo dai 20 minuti all’ora, utilizzando prodotti professionali che provengono dal mondo del detailing”.
“La trattativa è stata seguita dallo studio Orrick, con gli avvocati Attilio Mazzilli e Francesco Pezzcoler”, ci tiene a precisare l’amministratore delegato.
Il servizio per ora è attivo nelle città di Milano, Roma, Torino e da dieci giorni ha aperto anche a Firenze. Wash out, che impiega 15 persone negli uffici, è partner ufficiale dei maggiori servizi di car sharing attivi in Italia. “Abbiamo accordi con i 3 maggiori player del settore per la pulizia del parco auto, ma lavoriamo anche con flotte aziendali di medie dimensioni” riprende il founder.
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Gli addetti alla pulizia sono circa una quarantina. Come li inquadrate? “E’ un tema che ci sta molto a cuore. I nostri ragazzi sono spesso assimilati a quelli della food delivery ma, in realtà, hanno un trattamento molto diverso: innanzitutto, sono soddisfatti di quello che percepiscono. E poi, a differenza dei rider, che hanno hanno dei picchi negli orari di pranzo e cena, questo è un lavoro più costante nel corso della giornata. Siamo semplicemente molto attenti alla parte umana del business, e di questo siamo orgogliosi”.