Era stato presentato come un mezzo indistruttibile con l’intenzione, da parte di Tesla, di infrangere un buon numero di record. Invece l’unico primato che il Cybertruck tanto voluto dal magnate sudafricano Elon Musk potrebbe polverizzare è nel numero di richiami da quando è giunto nelle concessionarie: ben sei nel suo primo anno di vita cui si è appena aggiunto un settimo relativamente al mal funzionamento di alcune spie.
Leggi anche: Non solo Volkswagen: anche gli stabilimenti Tesla si fermano. Un anno di problemi per il Cybertruck
Cosa sappiamo sul settimo richiamo del Cybertruck
Anzitutto le buone notizie: per correggere l’errore (che insiste sul sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici che potrebbe disattivarsi quando si spegne l’auto e non riaccendersi più), sarà sufficiente un aggiornamento del firmware di bordo. Non bisognerà insomma recarsi in officina per evitare di correre il rischio di mettersi in moto con una gomma a terra.
Non era stato così con l’ultimo richiamo, relativo alla sostituzione di un inverter difettoso: trattandosi infatti di un vizio che esulava dal software, i proprietari del pick-up Tesla erano stati costretti a riportare alle concessionarie autorizzate i propri Cybertruck.
In questo caso l’aggiornamento andrà scaricato non solo sui Cybertruck, ma anche sulle Tesla Model 3 prodotte dal 2017 e le Model Y prodotte dal 2020. Tesla intanto continua a tenere la bocca cucita sui modelli venduti del proprio pick-up anche se recenti indiscrezioni mediatiche lasciano presupporre che il Cybertruck non stia avendo il successo sperato da Musk.