Secondo la ricerca condotta dal Forum della pubblica amministrazione “L’impatto dell’intelligenza artificiale sul pubblico impiego” circa l’80% dei lavori potrebbe essere integrare gli strumenti di intelligenza artificiale nelle proprie mansioni. Il 57% dei lavoratori è altamente esposto all’intelligenza artificiale mentre il 28% è moderatamente impattato e il solo 15% subisce un’influenza minima o nulla. Quanti di questi riguardano la pubblica amministrazione? E quali dipendenti potrebbero rischiare il posto di lavoro?
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L’impatto dell’intelligenza artificiale nelle PA
Secondo la ricerca, il settore pubblico subisce un forte impatto dall’adozione dell’intelligenza artificiale, con circa il 57% dei dipendenti (1,8 milioni di lavoratori circa), che saranno fortemente esposti alla nuova tecnologia e il 12% di questi che rischia di essere sostituito: un esercito di 218mila persone. Circa 1 milione e mezzo di lavoratori con ruoli di leadership e gestione (come dirigenti scolastici, responsabili strategici e leader di progetti innovativi, esperti tecnici e professionisti, prefetti, magistrati e direttori generali), riusciranno a operare in modo complementare con le nuove tecnologie, se adeguatamente formati e con un’organizzazione abilitante. Ma c’è invece un 12% a rischio di sostituzione, esattamente 218mila dipendenti pubblici, che rischia il posto di lavoro. Chi sono?
I dipendenti pubblici a rischio
I dipendenti pubblici più a rischio appartengono alle professioni meno specializzate, caratterizzate da compiti ripetitivi e prevedibili che potrebbero essere facilmente svolti dall’intelligenza artificiale. Il restante 8% (circa 154mila dipendenti tra cui molte professioni del settore sanitario e diplomatico) è in una zona “ibrida”, tra potenziali sinergie e rischi di sostituzione. «Le professioni ad alta specializzazione come i ruoli direttivi, i dirigenti e i professionisti – si legge nella ricerca – hanno un forte potenziale di collaborazione, mentre quelle poco specializzate e routinarie sono vulnerabili alla sostituzione, suggerendo la necessità di una riconsiderazione dei ruoli e di una riqualificazione per mitigarne gli effetti. La rivoluzione dell’IA rappresenta la ‘terza ondata’ di trasformazione per il settore pubblico degli ultimi 15 anni, dopo la spending review e la pandemia».