Un sondaggio condotto da Deepki rivela che l’80% degli asset manager intende dismettere gli edifici con scarso rendimento
Sempre più spesso si parla di “net zero”: il raggiungimento di “emissioni zero” di gas serra per contenere il riscaldamento climatico globale. L’obiettivo, fissato nell’accordo di Parigi, intende limitare il riscaldamento globale a +1,5°C entro la fine del secolo. Difficile a dirsi e anche a farsi; ma ci sono diverse realtà che ci stanno provando. Tra queste, Deepki, fondata nel 2014, ha sviluppato una soluzione SaaS che utilizza la data intelligence per guidare i player del settore immobiliare nella transizione verso il net zero. Proprio il mercato del real estate è responsabile del 37% delle emissioni globali di CO2, ma punta a raggiungere il net zero entro il 2050, secondo gli obiettivi fissati dal World Green Building Council Net Zero Carbon Buildings Commitment. In un sondaggio condotto da Deepki emerge che l’80% degli asset manager intende dismettere gli edifici con scarso rendimento. Per raggiungere gli obiettivi di “net zero”, Deepki punta ad affiancare i proprietari immobiliari in un percorso che li conduca, prima di tutto, a comprendere il consumo energetico dei loro asset e, poi, ad assicurarsi che tutto funzioni nella maniera più efficiente possibile.
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Cosa fa Deepki
Deepki, attraverso la sua piattaforma, aiuta i propri clienti a migliorare le performance ESG (Environmental, Social and Governance) e a massimizzare il valore degli asset. Fondata nel 2014 da Vincent Bryant ed Emmanuel Blanchet, ingegneri nei settori dell’edilizia e dell’energia, oggi opera in più di 39 paesi e conta oltre 200 esperti negli uffici di Parigi, Londra, Berlino, Milano e Madrid. Utilizzando la data intelligence, guida investitori, proprietari e gestori di patrimoni immobiliari nel loro percorso di decarbonizzazione e di miglioramento delle performance ESG. Si tratta di una piattaforma SaaS scalabile basata sulla data intelligence che consente ai clienti (investitori, proprietari e gestori di patrimoni immobiliari) di raccogliere dati ESG, definire percorsi di sostenibilità, ottenere una panoramica completa delle proprie performance ESG e condividerle con i propri stakeholder, facilitandone così la transizione verso il net zero. A questo strumento affianca anche un servizio di consulenza, Deepki Advisory, con esperti ESG che collaborano con i clienti per la raccolta e l’analisi dei dati fino alla definizione e all’attuazione della strategia. Per gli attori del Real Estate è stato pensato anche Deepki Success, un servizio professionale che offre supporto tecnico e formazione. Tra i suoi clienti ci sono Generali Real Estate, AEW, Primonial REIM, SwissLife Asset Managers e il governo francese. In Italia, Deepki è presente dal 2018, con sede a Milano. Nel 2021, ha registrato una crescita del 100% rispetto al 2020 e nel marzo del 2022 ha ottenuto un round di finanziamento di serie C di 150 milioni di euro. A maggio ha acquisito Fabriq, soluzione SaaS leader di mercato nel Regno Unito. Già in passato la società aveva raccolto 2,5 milioni di euro, nel 2016, da Demeter e Hi Inov (Dentressangle) e, nel 2018, aveva completato una Serie B da 8 milioni di euro da parte degli azionisti esistenti e di Statkraft Ventures e Citizen Capital.
ESG: perché è importante monitorare le performance nel Real Estate?
Come già accennato precedentemente, il mercato del real estate è responsabile del 37% delle emissioni globali di CO2. Per questa ragione, monitorare le performance ESG, per i players del settore è fondamentale. Deepki ha realizzato l‘ESG Index, in collaborazione con IEIF (Institut de l’Epargne Immobilière et Foncière). L’indice è il primo in Europa a misurare le prestazioni ESG del mercato immobiliare con l’obiettivo di aiutare gli attori del settore a comprendere le performance del proprio portafoglio e ad affrontare le sfide di decarbonizzazione definite dalla Tassonomia Europea. Accessibile gratuitamente online, il benchmark fornirà i valori di riferimento degli edifici “top 15%” e “top 30%” suddivisi per destinazioni d’uso e Paese, in termini di consumo di energia primaria e successivamente di energia finale e di emissioni di CO₂. Grazie alla raccolta automatizzata dei dati di oltre 400.000 edifici in 41 Paesi, l’Index è in grado di restituire al mercato informazioni dettagliate sulla prestazione energetica del patrimonio immobiliare, distinte per destinazione d’uso (uffici, retail, residenziale, logistica, strutture sanitarie) e localizzazione. Pubblicato e aggiornato annualmente, il benchmark di Deepki riflette lo status del mercato europeo e la sua evoluzione.
Tra i dati di rilievo che emergono, il benchmark mostra che:
- il 15% degli edifici ad uso commerciale con le migliori prestazioni energetiche in Italia consuma 202 kWhEP/m2 per anno;
- il 30% degli edifici a uso ufficio con le migliori prestazioni energetiche nel Regno Unito consuma 168 kWhEP/m2 per anno;
- le strutture sanitarie in Germania consumano in media 230 kWhEP/m2 per anno;
- il 15% degli edifici a uso logistico con le migliori prestazioni energetiche in Europa consuma 44 kWhEP/m2 per anno.
In Italia, sei asset manager di immobili commerciali su dieci hanno visto aumentare i costi energetici di oltre il 50% e l’80% intende dismettere gli edifici con scarso rendimento. Sono i risultati che emergono dal sondaggio “Overcoming the energy crisis in commercial Real Estate” condotto da Deepki, che rivela che il 14% degli intervistati (tra 250 gestori di immobili commerciali in Italia, Regno Unito, Germania, Francia e Spagna) ha riconosciuto una crescita ancora maggiore in termini di consumi energetici, compresa fra il +71% e il +90%. Per far fronte al caro energia, la maggior parte (il 76%) sta accelerando i piani. La necessità di edifici commerciali più efficienti dal punto di vista energetico è evidenziata anche dall’aumento del fenomeno del “Green Premium”: l’incremento di valore degli edifici più sostenibili. Il 24% degli intervistati, infatti, rileva per questa tipologia di asset un aumento di valore compreso fra l’11% e il 15%, il 22% nota una crescita tra il 5% e il 10%, mentre per uno su dieci la rivalutazione arriva fino al +20%. Dati che testimoniano la crescente domanda di edifici più efficienti da parte degli occupanti e delle persone che li utilizzano. D’altra parte, il 70% prevede che la crisi energetica penalizzerà profondamente quegli edifici che non presentano buone prestazioni in termini di efficienza energetica. Questi asset con scarsa efficienza saranno venduti più rapidamente di quanto inizialmente pianificato, secondo l’80% degli intervistati. “Le aziende stanno facendo i conti con i costi della crisi energetica e gli immobili commerciali non fanno eccezione – commenta Claudia Scarcella, Country Manager di Deepki Italia – Tuttavia, invece di fermare gli investimenti, il settore sta agendo, accelerando i piani di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici o rivedendo le proprie strategie sugli immobili meno performanti”.
I prossimi obiettivi per Deepki
Deepki ha recentemente annunciato l’ingresso nel team di Élise Jacques, nominata VP Transformation and M&A, Anastasia Petrov, con il ruolo di Global Head of Partnerships, e Christophe Temple, che assume l’incarico di VP Experience and Design. Tre professionisti di rilievo che provengono da anni di carriera nei rispettivi settori di competenza e che contribuiranno a far crescere Deepki con la mission di crescere in nuovi mercati, effettuare nuove acquisizioni ed allargare la squadra con assunzioni strategiche. Dopo il finanziamento di serie C, che ha permesso a Deepki di raccogliere 150 milioni di euro in un round, la società ha rafforzato la sua posizione di leadership in Europa.