La Casa francese inoltre chiede di sospendere la ricerca dei metalli in fondo al mare per salvaguardare gli oceani
Sulle batterie elettriche, cruciali per attuare la transizione ecologica dai motori endotermici alle auto EV, la francese Renault tenta una mossa a sorpresa. Non solo, infatti, ha siglato una partnership per provare a sviluppare batterie senza terre rare, ma chiede anche di smettere di scandagliare i fondali marini alla ricerca dei preziosi minerali essenziali per produrre i componenti delle auto di domani (ma anche di quelle attuali). Andiamo con ordine.
La partnership tra Renault, Valeo e Siemens
La partnership tra la Casa transalpina e la connazionale Valeo da un lato e la tedesca Valeo Siemens eAutomotive dall’altro si concentrerà sulla produzione di rotori e statori così da sfornare in serie i primi dispositivi da 200 kW a partire dal 2027. Nel suo stabilimento di Cléon, in Normandia, Renault svilupperà e produrrà rotori Eesm (motore sincrono ad eccitazione elettrica) con un propulsore che sarà architettato per funzionare soprattutto col rame, al posto delle terre rare.
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Il tema, infatti, è quello di emanciparsi dalla Cina, che al momento tiene in mano le più grandi riserve del pianeta, per evitare che si verifichi sull’approvvigionamento quanto visto in questi mesi sul fronte dei semiconduttori. Inoltre, estrarre terre rare non è solo una operazione molto costosa, ma pure parecchio inquinante, da lì la necessità di ripiegare su altri materiali di cui c’è maggiore disponibilità. Valeo e Siemens si concentreranno sullo statore utilizzando una tecnologia proprietaria in grado di sfruttare una maggior densità di rame.
Ma non è finita qui. Perché Renault, grazie a quanto scrive oggi l’agenzia di stampa britannica Reuters, ha aderito alla moratoria per smettere con le perforazioni nelle profondità marine. La Casa automobilistica francese si impegna insomma a escludere i metalli provenienti dal mare dalla propria catena di approvvigionamento in quanto li ritiene eccessivamente impattanti.
Un portavoce della Renault ha affermato che la sua richiesta di moratoria è in linea con la posizione del governo perché la Francia “ha in programma di investire nell’esplorazione dei fondali marini per identificare potenziali soluzioni per l’estrazione sostenibile”.
La Francia detiene un contratto di esplorazione, tramite l’Institut Francais de Recherche pour l’Exploitation de la Mer (IFREMER), per un’area di 75.000 chilometri quadrati nella Clarion-Clipperton Zone, un vasto tratto di fondale marino del Nord Pacifico ricco di noduli polimetallici.