“London Underline” mira al decongestionamento del traffico cittadino. Il progetto prevede il riutilizzo dei vecchi tunnel dismessi della metro da trasformare in vere e proprie piste ciclabili sotterranee, con tanto di negozi, ristoranti e bar.
Con l’aumento della popolazione mondiale e i conseguenti problemi legati alla mobilità urbana, si moltiplicano le possibili soluzioni per il decongestionamento delle città. Per ridurre il traffico e, di conseguenza, le emissioni inquinanti, a Londra qualcuno ha addirittura pensato di convertire i vecchi tunnel abbandonati della metropolitana in percorsi pedonali e ciclabili. Una massiccia rete sotterranea che prenderebbe il nome di London Underline.
Realizzato dallo studio di architettura Gensler – in collaborazione con PaveGen Systems e Momentum – è stato premiato al London Planning Awards ed è soltanto uno dei progetti di mobilità sostenibile che dovrebbero vedere la luce a Londra nel prossimo futuro.
La capitale inglese infatti, si conferma una delle metropoli più bike friendly al mondo.
Una metropoli bike friendly
«Ora che Londra ha raggiunto il livello più alto di popolazione nella sua storia (è la città più popolosa d’Europa con quasi 8 milioni e mezzo di abitanti, ndr.) abbiamo bisogno di pensare in modo creativo a come massimizzare le potenzialità delle nostre infrastrutture», sottolinea Ian Mulcahey, co-direttore di Gensler London.
Recuperare i vecchi tunnel della metro
Il progetto London Underline prevede il riutilizzo dei vecchi tunnel della metro, da trasformare in vere e proprie piste ciclabili sotterranee, corredate dalla presenza di negozi, bar e ristoranti. «L’adeguamento delle gallerie della metropolitana dismesse e di binari ferroviari in eccedenza – prosegue Mulcahey – potrebbe rappresentare una soluzione rapida e semplice per aggiornare la nostra rete infrastrutturale».
Confrontando i numeri relativi a una corsa in taxi e quelli di una pedalata lungo le gallerie sotterranee si capisce bene il perché di questa scelta. Quelli della Gensler ci fanno notare infatti come, a fronte di 28 minuti e una spesa di ventotto sterline, potremo raggiungere la stessa destinazione in sella alla nostra due ruote in soli sette minuti, senza spendere neanche un penny e praticamente azzerando le emissioni di co2.
D’altra parte, come detto, è noto l’interesse dei londinesi per le soluzioni di mobilità alternativa, bici in primis. Oltre al progetto della London Underline, entro il prossimo anno potrebbe sorgere nella capitale britannica la Cycle Superhighways, un’autostrada dedicata esclusivamente alle bici.
Circa 30 chilometri, dal centro alla periferia, per quella che potrebbe diventare la pista ciclabile più lunga d’Europa. A tutto questo dovrebbe aggiungersi anche la SkyCycle di Norman Foster: una ciclabile sopraelevata che, sviluppandosi al di sopra delle linee ferroviarie suburbane, promette di non intralciare il traffico cittadino.
Autosufficiente e ad impatto zero
«La bicicletta è chiaramente un’opzione di trasporto importante, con più di 170 mila viaggi effettuati attraverso il centro di Londra ogni giorno», spiega Peter Hendy di Transport for London. «Questi progetti aiuteranno a trasformare la città rendendola a misura di bicicletta, più sicura e aperta a un numero sempre maggiore di persone».
E una pista ciclabile sotterranea aperta anche ai pedoni è di certo un modo originale per farlo, usando i tunnel abbandonati e riuscendo così, non solo a ridurre l’impatto ambientale, ma anche a produrre energia pulita.
L’installazione di una particolare pavimentazione infatti, potrebbe rendere la rete completamente autosufficiente.
Si chiama Pavegen la superficie dotata di sofisticati sensori che, sfruttando il movimento di pedoni e ciclisti, è in grado di convertire l’energia cinetica in elettrica e stoccarla per usi futuri. L’affitto di spazi commerciali poi, con il proliferare di negozi e centri culturali, oltre a rendere i tunnel più attraenti e sicuri, dovrebbe portare nelle casse comunali il denaro sufficiente per la sua manutenzione.
Dal centro alla periferia: una città nella città
Una rete di strade sotterranee dunque. Una città nella città, dedicata esclusivamente a ciclisti e pedoni. Enormi i vantaggi: in questo modo si incentiva l‘utilizzo della bicicletta, liberando al contempo le strade e aumentando così la sicurezza. Inoltre, si valorizza un patrimonio già a disposizione della città, visto che verrebbero usate infrastrutture già pronte e inutilizzate. I lavori di adattamento non andrebbero ad influire sulla viabilità e una grossa mano verrebbe data anche all’ambiente, con una consistente diminuzione delle emissioni di gas inquinanti.
Diversi i tunnel individuati dal team Gensler per la riconversione. Due i principali: sulla Piccadilly Line – che va da Holborn alla stazione abbandonata di Aldwych – e la Jubilee Line, da Green Park a Charing Cross. Per collegare destinazioni pedonali strategiche poi, si è pensato anche a dei percorsi minori, come a Goodge Street – in pieno centro città – e a Stockwell, nel sud di Londra.